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Primo round all'Inter. Chelsea battuto 2-1

L’Inter potrebbe aver smesso di balbettare. Forse l’incantesimo è spezzato. I nerazzurri battono una grande d’Europa dopo anni di attesa: 2-1 al Chelsea, prestazione senza paura e senza tremolii di sorta. Stavolta si rivede di mercoledì l’Inter sicura di sé dei weekend, quella che domina in Italia. Il 2-1 di San Siro è tutt’altro che una sicurezza in vista di Stamford Bridge, ma Milito e Cambiasso iniettano fiducia nel tabellino. Lucio fa il resto, trasmettendo energia a tutti, da Samuel all’ultimo in curva. E Mourinho fa cambi da grande squadra, che punta al k.o., non alla vittoria ai punti. Non arriverà, ma qualche mese fa, di fronte al Barcellona, qui si esultava per essere rimasti in piedi. Non si balbetta, ma per l’urlo liberatorio bisognerà aspettare Londra.

Pronti-via, e l’Inter si toglie subito un peso: il gol che non era arrivato in 360 minuti contro Manchester United e Barcellona (le due ultime grandi incrociate dai nerazzurri) si materializza al 3’. Qualcosa è cambiato: non è un caso che Milito segni dopo uno scambio nello stretto, con Motta che serve Eto’o, Sneijder che porta via un uomo, e il Principe lasciato uno contro uno con Terry. Lì l’argentino fa una delle cose che gli riescono meglio: rientra secco sul destro (Terry in bambola come di fronte alla Perroncel) e batte sul primo palo. Trema lo stadio nei festeggiamenti, trema la traversa al 15’ sulla punizione di Drogba. Il Chelsea ci prova spesso da fuori area, e non solo su punizione. Il tumefatto Julio Cesar respinge le cariche nel primo tempo, ma al 6’ della ripresa non è perfetto sul tiro di Kalou (che non vede partire). L’ivoriano pareggia dopo una discesa di Ivanovic. Soliti fantasmi europei per l’Inter? Cambiasso li scaccia 4’ dopo: primo tiro da fuori respinto di pancia da Ivanovic, secondo dal limite, di sinistro, che batte Cech, che sarà poi costretto ad uscire per infortunio.

INTER, NIENTE PAURA — Il 4-2-3-1 non è più una soluzione d’emergenza: i due gol interisti arrivano con la squadra schierata a rombo, ma il segnale che la dimensione europea può essere davvero a portata di mano arriva con l’ingresso di Balotelli. Mourinho, avanti 2-1, si gioca i tre tenori più Sneijder. Balotelli infiammerà San Siro e farà ammattire Malouda: soprattutto, sarà il segnale che l’Inter non ha più paura della musichetta della Champions. Atteggiamento tattico e atteggiamento mentale mutati: gente come Cambiasso e Maicon, abituata a spadroneggiare in italia e scomparire in coppa, contro il Chelsea regge ai suoi livelli. Gli altri seguono, ed è chiaro che la guida psicologica, il motivatore, altri non è che Lucio. Il brasiliano è immenso per interventi volanti, anticipi, ripartenze e, più di ogni altra cosa, carattere. Migliore in campo, per distacco, nonostante Milito si confermi arma letale e Sneijder faccia una vita da mediano con piedi da numero 10.

CHELSEA, QUESTIONE DI FASCE — La sorpresa di Ancelotti è Malouda terzino, con l’inserimento di Kalou in attacco. L’intento è quello di non farsi schiacciare dalle discese di Maicon, ma tentare di metterlo in crisi. La cosa riesce solo in parte: Kalou è molto attivo, ma Stankovic aiuta il brasiliano. L’ivoriano svaria, prova il tiro da fuori (12’), sfrutta uno dei rari errori di Zanetti al 45’, reclama un rigore per un contatto con Samuel (probabilmente sbaglia Mejuto a soprassedere), poi trova la rete. Ma quando entra Balotelli Malouda inizia a soffrire davvero. Inaspettatamente, è sull’altra fascia che i Blues sfondano: Ivanovic capisce di poter salire a fine primo tempo, a inizio ripresa piazza la cavalcata vincente. Drogba è la solita potenza, Lampard è un po’ fuori dal gioco, ma impegna Julio Cesar nella ripresa. Anelka cerca spazi, ma a ritmo ridotto, Ballack non li cerca e non li trova. Il Chelsea non incanta, ma resta a galla: se ne riparla a Londra, mai dare Ancelotti per battuto. Specie in coppa.

gazzetta.it
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