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Inter fuori da tutto - Un'altra beffa allo scadere dal Marsiglia

Undici marzo 2009, Manchester-Inter 2-0. Ieri Inter-Marsiglia 2-1. Ottavi di finale, allora come adesso. In quella notte buia di Old Trafford nacque l’Inter del Triplete, lo si capì dalle parole di Josè Mourinho. Ieri quella squadra ha deposto le armi e ha alzato definitivamente bandiera bianca: finisce qui questo formidabile gruppo che ha dominato in lungo e in largo. Non è più tempo di eroi a San Siro, l’Inter cercava l’impresa e ha trovato la beffa prima ancora di sfiorare la qualificazione. Si erano aperti, i nerazzurri, un varco per i supplementari, l’ultimo cartuccia per un film a lieto fine.
Invece una sciabolata di Brandao, favorito da un errore marchiano di Lucio, li ha trafitti oltre il novantesimo e il rigore di Pazzini è solo pieno di fiele. Si apre un nuovo capitolo per l’Inter, quello della rifondazione. Dove non sono riusciti Benitez, Leonardo e Gasperini ha fallito anche Ranieri che ieri sera ha virtualmente chiuso la sua avventura. Anche se il tecnico romano non si arrende: «Mi vedrei bene nella ricostruzione, io e la società sappiamo dove intervenire. Non devo convincere Moratti a confermarmi, parla il mio lavoro». Moratti sul futuro non si esprime ma sul presente è rassicurante: «Non vedo colpe, se avessimo perso 4-0 penserei all’esonero ma visto come è andata non ne vedo il motivo».

Quindici trofei nelle ultime 7 stagioni: l’Inter per la prima volta resta all’asciutto. Salvo miracoli, niente Europa nella prossima stagione, quindi meno soldi a disposizione di Moratti. E il fair play che incombe. A eliminazione ancora bollente, il presidente si è fiondato negli spogliatoi, difficile sbollire la delusione.

E pensare che partenza migliore non poteva esserci, in 3’, dall’8’ all’11’, prima Sneijder e poi Milito sbagliano l’impossibile. Il primo con la complicità di Diawara, che smorza il tiro dell’olandese, e Mandanda che respinge con riflessi felini. L’uno-due fallito toglie il respiro al popolo nerazzurro e all’Inter. L’OM gioca in modo appiccicoso, lo spettacolo sta a zero: quello prodotto e quello concesso. Diawara e Mbia sono due paratie mobili, lì in mezzo non si passa. Il punto debole è la gauche, lì allora l’Inter prova a fare danni. Ma dopo la fiammata i nerazzurri si incartano, confusi tra il dire e il fare. Andare all’assalto non si può, troppo rischioso, Nagatomo è preso in mezzo tra Amalfitano e Valbuena, qui il Marsiglia trova acqua e viveri. Mezz’ora abbondante, Ranieri richiama Forlan e Poli, troppo lontano da Milito l’uruguaiano, spaesata la recluta.

C’è più pathos che gioco, non un buon segno. Se ne va così il primo tempo, fatturato in attivo ma tasche nerazzurre vuote. Ripresa. Ora o mai più per l’Inter. Ranieri ci impiega 13’ per ridisegnare la squadra, fuori il disastroso Sneijder (per lui anche un problema muscolare) dentro Obi e la sua corsa, Pazzini e il suo fiuto. Si passa al 4-4-2 e la mossa almeno un frutto lo dà: l’Inter aumenta i giri della corsa. Marsiglia sempre più rannicchiato nel proprio guscio, l’arrembaggio dell’Inter non produce occasioni, ma adrenalina. Manca, però, la giocata o la mischia giusta. Arriva la seconda, il corner è di Cambiasso, l’area ribolle, Pazzini viene stoppato ma in agguato c’è l’uomo del Triplete: Diego Milito. Forse in fuorigioco per una ciocca di capelli, arpiona la palla della speranza. Poi la stilettata di Brandao nel recupero, come all’andata Ayew, trafigge l’Inter e ne sgonfia il futuro.


lastampa.it
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