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Il Bari regala all'Inter un derby in salita

Vitali Kutuzov fu trasportato di peso in Italia nel bel mezzo di una partita di Coppa Uefa, all'incirca otto anni fa. Era il 20 settembre del 2001, facile 2-0 del Milan a Minsk contro il Bate Borisov, piccola squadra bielorussa. C'era un solo giocatore, tra gli sconosciuti avversari di quel giovedì, in grado di creare qualche grattacapo alla pittoresca difesa rossonera (Contra, Laursen, Roque Junior e Maldini) e Adriano Galliani, stupito dalle sue serpentine e dai suoi dribbling, decise di acquistarlo. Erano i tempi in cui Berlusconi non lesinava sui soldi e per il vicepresidente rossonero fu facile aprire e chiudere la trattativa con il suo collega bielorusso durante l'intervallo. All'aeroporto, dopo la partita, l'annuncio ai giornali e per Kutuzov partì la nuova avventura, iniziata ovviamente a Milanello.

Tutto questo preambolo per dire che è stato proprio uno che deve tutto al Milan a regalare ai rossoneri un derby da sogno visto che sabato Leonardo affronterà Mourinho con due punti di vantaggio, uno scenario oggettivamente impensabile fino a pochi giorni fa, e non tanto per la vittoria milanista a Siena, tutto sommato nell'ordine delle cose, quanto per la frenata casalinga dell'Inter contro il Bari, campioni d'Italia contro una squadra tornata sotto i riflettori della serie A dopo otto stagioni. E il bello è che, dopo essere andati a vuoto per tutto il primo tempo, impigliati nel reticolo di passaggi degli ospiti, in avvio di ripresa i nerazzurri erano riusciti a mettere le mani sulla sfida grazie a un rigore trasformato da Eto'o (fallo di De Vezze su Milito) e quindi c'erano tutte le premesse per una gara in discesa: a un certo punto il camerunense, chiamato a non far rimpiangere Ibrahimovic, ha avuto addirittura la possibilità di chiudere il conto ma la sua girata dal cuore dell'area mancava di poco la porta di Gillet.
Forse a questo punto Mourinho ha peccato di presunzione perché, a dispetto del vantaggio faticosamente agguantato, non ha ritenuto di correre ai ripari, magari ripiegando su un atteggiamento più prudente: in avvio di ripresa aveva infatti cancellato il rombo di centrocampo lasciando Vieira nello spogliatoio (Muntari era già stato spedito sotto la doccia dopo mezz'ora, colpa del Ramadan sostiene Mou, al suo posto Balotelli) e presentando una formazione troppo osé con, da destra a sinistra, Balotelli, Eto'o, Milito e Quaresma e con la premiata ditta Thiago Motta & Stankovic a soffrire in mezzo al campo. Certamente, per come si era messa la partita, sarebbe stata una cosa buona e giusta puntellare in senso difensivo la squadra, magari rinunciando a un attaccante visto che Ventura, che non sarà speciale ma che è certamente un tipo pratico, aveva trovato subito le contromosse giuste per punire l'inferiorità numerica dell'Inter in mezzo al campo: richiamati in panchina Allegretti e il monumentale Sforzini, aveva infatti incrementato la sua batteria di corridori, che già annoverava l'honduregno Alvarez, aggiungendovi Langella e il funambolico argentino Rivas. È stato a questo punto che i nerazzurri hanno incominciato a non capirci più niente, frastornati dalle folate in velocità dei baresi e, soprattutto, dal gol (bel controllo di destro) con cui Kutuzov, milanista della prima ora, ha contribuito a disegnare un derby che nessuno di noi aveva previsto. Addirittura tre minuti oltre il novantesimo, il Bari avrebbe potuto sbancare San Siro se soltanto Rivas non avesse calciato oltre la traversa da invidiabile angolazione di sparo. Però in questo caso la punizione per l'Inter, ancora alla ricerca di un'identità tattica definita, sarebbe stata ingiusta.

Fonte: corriere.it
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