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Inter-Napoli, la prima sfida verità

A Claudio Ranieri la parola scudetto piace da morire. Il collega Walter Mazzarri, invece, vorrebbe cancellarla dal vocabolario. Inter e Napoli, reduci dai successi di Champions, hanno deciso di affrontare questa vigilia con dialettiche diverse. Ranieri ha caricato la squadra a suon di elogi, il tecnico napoletano ha cercato in ogni modo di frenare gli entusiasmi e non soltanto per questioni scaramantiche. Il Napoli (senza Cavani) ha bisogno di conferme, soprattutto con le grandi squadre. La storia non gli dice bene: la vittoria a San Siro contro i nerazzurri manca dal lontano 1994. Se il tabù venisse disintegrato Mazzarri non potrebbe più nascondere le sue ambizioni. Nel bene e nel male la sfida di stasera darà delle risposte importanti per l'avvenire. 

Ranieri non ha paura di nulla. «Ai miei non ho detto fatemi vincere il tricolore, ma andiamo a vincerlo». E la puntualizzazione sul plurale è piaciuta molto sia ai giocatori sia al presidente Moratti. «Contro il Napoli abbiamo un'unica necessità: vincere – ha continuato -. Se l'Inter era malata deve continuare a prendere la medicina, non può interromperla. Domenica sera - domani - c'è Juventus-Milan: se ci aspettano ci fanno un favore». La cura Ranieri ha prodotto due successi, una quantità industriale di autostima e recuperi importanti come quello di Maicon, stasera finalmente in campo dopo l'operazione al menisco. L'ambiente in pochi giorni è stato risanato ed è diventato più facile gestire anche guai inattesi. L'ultima tegola è caduta ieri mattina quando Milito ha chiamato il dottor Combi per un problema a un polpaccio. Il sintetico di Mosca ha lasciato i segni, ma a differenza di due settimane fa c'è la voglia di stringere i denti. Pazzini ieri ha lavorato a parte per i noti problemi alla caviglia sinistra ma ha chiesto di essere inserito nella lista dei convocati, Chivu e Stankovic nonostante qualche doloretto sono rimasti ad Appiano e Maicon ha deciso di smettere di ascoltare il suo ginocchio per riprendersi la fascia destra. Ranieri non vedeva l'ora che succedesse. Ieri ha celebrato il rientro del brasiliano con grande enfasi: «È tornata la nostra freccia rossa, anzi quella nerazzurra. Quando affrontavo l'Inter mi dovevo ingegnare per bloccare lui e Zanetti, stavolta sarà un problema degli avversari».

I problemi per Ranieri saranno più di natura fisica e non tattica. L'allenatore deciderà all'ultimo la formazione proprio per avere la certezza di schierare giocatori in discrete condizioni. Ci sono tanti piccoli problemi da risolvere. Soprattutto in attacco perché Milito va maneggiato con cura e Pazzini sta recuperando difficile vederli in campo entrambi. A centrocampo, Obi, Muntari e Stankovic si contendono un posto sulla sinistra (favorito Muntari).

«È una sfida scudetto. Il Napoli è cresciuto, sta facendo grandi cose in Europa, l'ho visto soffrire a Manchester per poi riprendersi e anche col Villarreal ha avuto personalità. È una squadra vaccinata per le lotte di vertice» ha ribadito Ranieri. Non sarà una partita qualunque anche per due motivi personali. L'allenatore nerazzurro ritroverà una sua ex squadra e contemporaneamente esordirà a San Siro: «Mi emozionerò, fa parte del mio modo di essere. Non farei questo mestiere se non provassi certe sensazioni. La mia esperienza campana? Arrivai lì il primo anno dopo Maradona, c'era un ambiente da ricostruire. Ho allenato giocatori meravigliosi, scommisi su Zola. Resto legato alle squadre dove ho giocato e allenato, sono contento che il Napoli stia tornando a grandi livelli, anche se faremo il possibile per batterlo».


lastampa.it
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