La metamorfosi nerazzurra è netta. La vecchia Inter si sarebbe sciolta dopo la rete di Pedro, questa invece ha creduto nei propri mezzi e ha trasformato la possibile disfatta in una vittoria memorabile: l’hanno aiutata le decisioni arbitrali come fu con il Chelsea (e non abbiamo visto Mourinho fare il gesto delle manette come con la Samp) tuttavia per coraggio, sacrificio, atteggiamento tattico e capacità di mettere a frutto l’esperienza, l’Inter ha mostrato le qualità di una grande squadra europea. Mourinho ha lavorato bene per instillare sicurezza: ora i nerazzurri si comportano in Coppa come facevano soltanto in campionato, cioè pensano di poter rimediare sempre alle situazioni più difficili. Può darsi che non ci riuscirannoa Barcellona ma in questa stagione è nata comunque la nuova Inter europea.
Il Mourinho motivatore ha però messo in campo anche le idee, avvicinandosi a quando allenava il Porto più che il Chelsea. La posizione di Milito, più largo del solito, ha disorientato la traballante difesa catalana. Il controllo asfissiante su Messi ha impedito all’argentino di prendere velocità. Il disinteresse per il palleggio e il possesso palla del Barcellona non ha sviato i nerazzurri dalle cose che contavano davvero, cioè sfruttare lo spazio in velocità e in verticale. Guardiola ha creato una macchina bellissima ma che gioca in un modo solo. Mourinho ne ha una meno spettacolare però più capace di adattarsi. E, con la partita di Milano, al Real Madrid saranno sempre più convinti che, per spezzare il Barça, “Mou” può essere più decisivo di Kakà e Cristiano Ronaldo.
lastampa.it
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