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Non ce n'è per nessuno Chi fermerà l'Inter?

La peste bubbonica, forse. O una nuova glaciazione. O una moria delle vacche. Un'invasione di cavallette, o un'inondazione ad Appiano Gentile. Si deve pensare a qualche evento catastrofico, nel campo delle calamità naturali, per provare a prevedere cosa possa fermare l'Inter di quest'anno. Ma dato che nessuno può augurarsi davvero che un ciclone tropicale intervenga sui destini del campionato, conviene rilassarsi, e ammirare la marcia incontrastata dei dominatori della serie A. Più otto sulla Roma, ma con una partita in meno (quella che verrà recuperata mercoledì a Parma), più dieci sul Milan, più 14 sul Napoli che è quarto, ormai +17 sulla Juve che per un breve periodo, quello di inizio autunno, era stata ritenuta la sfidante più accreditata dell'Inter, e invece è rimasta incenerita dal suo stesso ardire, quella vittoria per 2-1 nello scontro diretto di inizio dicembre che ha rappresentato, paradossalmente, l'inizio della fine per i bianconeri.

Non ce n'è per nessuno, su. E con l'arrivo di Pandev la forbice tra l'Inter e gli "umani" si è allargata. Nessuno segna come i nerazzurri: 48 gol, mentre il secondo attacco è della Roma, 38 gol. Nessuno difende meglio: 19 gol incassati, mentre il Milan ne ha presi 22. A oggi il campionato, o almeno la lotta per il primo posto, non esiste. Gli sfidanti principali si sono bruciati tutti nel momento esatto in cui hanno avuto la presunzione di pensare di farcela: la Juve a dicembre, poi il Milan a gennaio, schiaffeggiato nel derby. Ora s'avanza la Roma, in gran serie positiva. Non lo dicono ufficialmente, dalle parti di Trigoria, ma un pensierino alla rimonta cominciano a farlo. Solo che l'Inter dovrebbe rallentare un po'. E nelle prossime due partite si annida, in effetti, qualche trappola: Parma e Napoli, due trasferte nel giro di quattro giorni. Anche se il Parma è in caduta libera, e il Napoli è uscito da Udine con qualche turbamento: in apparenza, sul piano del pronostico, l'Inter è in grado di passeggiare al Tardini e di farcela pure al San Paolo, domenica prossima. Con quell'attacco mostruoso che si ritrova, in cui Mourinho può disporre di attaccanti come Milito, Eto'o e Balotelli, con fantasisti del calibro di Sneijder e Pandev (e l'unico problema è doverne gestire il turnover), l'Inter non può avere rivali.

Ma com'è noto, si vive di speranze. E gli inseguitori, anzi l'inseguitrice designata di questo scorcio di stagione (la Roma di Ranieri), vivrà le prossime partite nella speranza di rosicchiare qualche punto all'Inter. Perché poi a fine mese per i nerazzurri riparte la Champions League e si sa che ricominciando a girare per l'Europa qualche energia si perde. Eppure, dicono che questa Inter travolgente possa cominciare a infastidire persino il Chelsea di Ancelotti. Quasi due mesi fa, quando il sorteggio le mise di fronte negli ottavi di Champions, il pronostico dei più era favorevole ai londinesi. Due mesi dopo Drogba continua a segnare (doppietta all'Arsenal) e il Chelsea è sempre al comando della Premier, ma l'Inter sembra irrobustita nelle sue certezze, più spavalda, più leggiadra, più vicina ai rivali. Era quello il disegno di Mourinho: mettere a segno un gennaio di vittorie per guadagnare fiducia, e spaventare il Chelsea prima ancora di scendere in campo, o almeno minarne qualche sicurezza. Missione compiuta, finora. La sera del 24 febbraio, a San Siro, Inter-Chelsea sarà una partitina di un certo spessore, oh yes.

repubblica.it
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