Un gol splendido dell'Inter, frutto della manovra forse più bella dell’intera stagione nerazzurra. Un
vantaggio, che significava anche qualificazione, mantenuto con i denti fino al 55’. Poi, il buio. O meglio, la logica che torna padrona del campo: l’Inter ridotta all’osso che crolla dinanzi a una Roma quasi al completo, messasi finalmente a pressare e a giocare dopo un primo tempo vacanziero.
Esce dalla Coppa Italia senza rimpianti, l’Inter. I guai veri li aveva combinati nelle scorse settimane, nei mesi scorsi. Non solo sfortuna, naturalmente, quando dopo 50 partite stagionali le sconfitte sono ben 17. Ora sono fuori da tutto, i nerazzurri. Al massimo possono sperare in un preliminare di Europa League, che però costringerebbe a cominciare prestissimo la stagione. Da oggi, insomma, è già futuro. Con Stramaccioni fino a fine campionato, quasi sicuramente senza di lui nel prossimo.
«Delle voci non me ne frega niente, del mio futuro non voglio più parlare - dice il tecnico -. Oggi più che mai mi sembra il caso di lasciare spazio e dare meriti ai miei giocatori. Ho fatto loro i complimenti uno per uno: nelle condizioni in cui eravamo, hanno messo tutto quel che avevano in campo e anche il pubblico lo ha capito. Continua a succederci di tutto, davvero: siamo riusciti a recuperare in extremis Juan Jesus e Alvarez e nel riscaldamento s’è fatto male Cambiasso».
Esce dalla Coppa Italia con due soli motivi di rammarico, Stramaccioni: «Dopo quel bellissimo gol di Jonathan, abbiamo avuto la palla del raddoppio con Rocchi. E poi, abbiamo preso il pareggio con una palla persa in contropiede, a difesa schierata. A quel punto, dopo lo sforzo fatto nei primi 45’ e con tutte quelle assenze, un calo era fisiologico. Onestamente, c’è stato. E la Roma ha meritato il passaggio in finale».
Ora restano sei partite di campionato. Con quel 6° posto che vale il preliminare che forse sarebbe addirittura meglio evitare, visti i problemi causati in questa stagione dall’Europa League giocata di giovedì sera. L’Inter ha ancora l’infermeria piena. Potrebbe esserci sempre più spazio per giovani come Forte e Belloni, Primavera al debutto ieri sera, quando la qualificazione era ormai compromessa. Poi, a serie A finita, arriverà il momento dei bilanci e dei verdetti. Strama assicura di essere sereno: «Ho la coscienza a posto. Finché ho avuto tutti a disposizone, siamo stati l’unica squadra ad aver battuto le attuali prime 4 della classifica. Vado avanti tranquillo, pensando solo a dare il 110% per questa causa. Poi, ci penserà il presidente a dirmi se sarò ancora l’allenatore dell’Inter». Moratti, intanto, ieri sera qualcosa ha già detto: «Ho fatto i complimenti alla squadra: ha dato quel che poteva in questo momento difficile. Il futuro? Bisognerà fare delle riflessioni».
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