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Eto'o più Milito: Coppa Italia all'Inter

Battuto un ottimo Palermo. Moratti: «Mini-triplete un cavolo! Siamo mondiali».

La differenza che manda in estasi il popolo nerazzurro e al tappeto quello rosanero è nella storia degli interpreti in campo. L'Inter vince la sua 7ª Coppa Italia (seconda di fila, primo titolo per Leonardo) perché Sneijder più Eto'o sono giocatori da Pallone d'Oro mentre Pastore lo diventerà. Sneijder ha avuto la felice intuizione di invitare per due volte il camerunense a divorarsi le zolle dell'Olimpico per filare verso Sirigu ed Eto'o è stato chirurgico: due le reti dell'attaccante ex Barcellona, due assalti condotti con la freddezza e la precisione di un fuoriserie. E Pastore? Delizioso nel costruire, da rivedere quando è il momento di decidere la partita come accaduto dopo poco meno di 20'. Nella notte romana c'è stato spazio anche per il ritorno al gol di Milito (suo il sigillo del 3-1 sui titoli di coda) dopo un palo di Eto'o e l'inutile rete di Muñoz. Ma la notte capitolina è anche sconfinata nei veleni. «L'Inter è la Banda Bassotti, sanno solo rubare. Moratti? Si definisce da solo, se non si vergogna lui...», tuona Zamparini dopo i rossi a Muñoz e Delio Rossi e un battibecco con la signora Moratti. Il fischietto di Morganti non è stato impeccabile, ma se ha sbagliato lo ha fatto con maggiore evidenza proprio nel concedere l'angolo dal quale il Palermo ha mandato in rete Muñoz. Veleni in coda, come quando a Moratti presentano il conto di stagione. «Un mini triplete, il nostro? Col cavolo, abbiamo vinto un Mondiale per club...».


L'Olimpico è rosanero per trequarti, i nerazzurri sono ospitati in un curva. L'effetto cromatico gioca al fianco di Pastore e soci e la spinta del pubblico palermitano si trasforma nell'assist migliore per l'assalto dei ragazzi di Delio Rossi non appena si alza il sipario sulla sfida. L'avvio è bruciante: Hernandez si presenta dalle parti di Julio Cesar dopo 2' (tiro a lato di poco), Pastore lo imita, ma ha la colpa di divorarsi l'occasione che avrebbe potuto spaccare in due la notte. L'argentino è abile a chiedere il dialogo ad Ilicic che lo invita al gol. Risultato? Un tocco in più e Pastore frana addosso ai guantoni di Julio Cesar in uscita. Delio Rossi sobbalza, l'errore del suo volto copertina pesa. L'Inter ha la forza dei nervi distesi e comincia ad impossessarsi del centrocampo: Stankovic e Thiago Motta danno equilibrio e dinamismo, Sneijder tocca pochi palloni, ma mai banalmente. Ed è da un invenzione dell'olandese che arriva il colpo vincente del solito Eto'o: Acquah si perde nel traffico e manda al tappeto Thiago Motta, Morganti concede il vantaggio e Sneijder serve ad Eto'o un prezioso pallone da trasformare in oro.

L'Olimpico rosanero è ko, il volto di Zamparini si fa scuro. Il Palermo resta aggrappato alla sua finale con orgoglio e qualche idea che parte sempre dai tacchetti di Pastore. Il gioiello rosanero incanta sotto gli occhi di uno dei suoi maggiori estimatori, Moratti. Incanta fino a quando non è il momento di concludere perché il meglio del suo repertorio l'argentino lo mostra nel servire i compagni o nel mandare fuori orbita la difesa nerazzurra. Rossi dà spazio a Miccoli e il bomber leccese con le valigie già pronte va ad un niente dal gol del pareggio schiacciando di testa un pallone velenoso alla destra del portiere brasiliano. Il Palermo ci crede, Eto'o di più: Sneijder replica l'assist del primo tempo e il «9» interista timbra il 37˚ gol di stagione (nuovo record di reti segnate in una stagione per lui). Muñoz illuderà il Palermo, di Milito l'ultimo acuto quando Rossi, espulso, è già negli spogliatoi. «Hanno vinto i più esperti...», così il tecnico rosanero. Lacrime ed amarezza accompagnano la truppa siciliana: tre volte il Palermo è arrivato in finale di Coppa Italia, tre i ko. Fine della stagione, per tutti. La prossima, il 6 agosto, ripartirà con un ghiotto derby: Milan-Inter per la Supercoppa, a Pechino.

lastampa.it

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