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Inter, prima volta da vice campioni "Ma siamo ancora 5 scudetti a 1"

«Avanti con Leo, uomo vero». La rima baciata non è impeccabile, ma rende l'idea di come il popolo interista abbia deciso. Nel giorno in cui, dopo cinque anni di potere assoluto, l'Inter gioca e vince per la prima volta da ex campione d'Italia, lo scudetto milanista scivola via nell'indifferenza. Questo secondo posto che vale la Champions matematica, è stato rafforzato dal 3-1 di ieri sulla Fiorentina e sarà da difendere fra sette giorni nello scontro diretto con il Napoli. È già un balzo nel futuro, più che un motivo di rammarico per un evento che rinvia ad altra data le notti magiche sul sagrato del Duomo.

Tutti attorno a Leonardo per capire cosa provi da ex. Nessuna reazione apparente: «Cerco di vivere il mio percorso, il dispiacere non è per la loro vittoria, ma per non essere riusciti noi a conquistare il titolo. Siamo andati vicini al sorpasso, ma il derby è stata la svolta cruciale, poi loro hanno meritato. Hanno una grande squadra. Il resto sono esperienze che restano». Messaggi a Galliani? «Queste sono cose mie private» la risposta secca di Leo.


Intanto anche aver vinto tutte le undici partite casalinghe da allenatore nerazzurro dopo l'esonero di Benitez, l'ha sicuramente aiutato a non temere per la panchina. Si parla di Guardiola per l'Inter, dell'allenatore del momento, del vero principe della panchina. Ma Moratti non ha la fregola di cambiare di nuovo: «Nel calcio non bisogna guardare troppo avanti. Penso soltanto all'anno prossimo. Del resto Leonardo ha avuto da me tutte le rassicurazioni». Se il presidente non cambia rotta all'improvviso, ipotesi al momento molto remota, l'8 luglio nel nuovo ritiro di Pinzolo ci sarà ancora Leo. Che al collega spagnolo augura, comunque, di provare a cambiare: «Lui è nato lì a Barcellona, ha vinto una decina di titoli è fra i migliori al mondo. Arriverà sicuramente il momento di uscire per fare nuove esperienze all'estero. È bravo, se un giorno arriverà all'Inter, beata l'Inter. Io ho un contratto e non lo sciolgo. Poi è Moratti che deve dire se si può continuare insieme. Mi auguro che sia così».

Clima idilliaco, voglia di immediata rivincita e di robuste certezze. Ma al Milan qualcosa bisogna pur dire e ci pensa Moratti, che come sempre usa buone maniere e sarcasmo, cercando di immedesimarsi nei rivali cittadini: «Immagino il fastidio che hanno provato loro negli ultimi cinque anni. Mi sento un milanese illuminato, al Milan i miei complimenti perché ha vinto con merito, per aver avuto continuità e per aver evitato ingenuità. Erano forti, il successo è giusto». Ma il fatto che Berlusconi abbia detto che va bene uno scudetto a testa all'anno, proprio non passa come una delle tante barzellette del capo di governo: «Veramente siamo 5-1» ha commentato Moratti, costretto a respingere al mittente le battute del Premier, ma anche le opinioni di Capello. Per il ct inglese, intervistato dal Corriere della Sera, questo è il primo vero scudetto del dopo Calciopoli. Moratti, ricordando che Capello è stato allenatore della Juventus proprio in quegli anni, risponde: «Questo mette tutti al loro posto. Capello conferma quali erano le formazioni prima di Calciopoli e dopo Calciopoli».

In fondo non è detto che la stagione debba concludersi a mani vuote. Mercoledì c'è la Roma al Meazza per il ritorno della semifinale di Coppa Italia. L'Inter riparte dal super-gol di Stankovic, assente ieri e forse anche dopodomani. Sicuramente ko Sneijder e squalificato Ranocchia, si rivedrà Milito. Leonardo è pronto alla battaglia: «Mi sento sempre più allenatore, voglio andare avanti in questa carriera e vedere dove arriverò».

lastampa.it
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2 comments

  1. Ecco, che si rilegga le formazione dell'Inter di quegli anni e della Juve e del Milan, così capirà bene, e speriamo una volta per tutte, il motivo per cui non vinceva.

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  2. Si ma chiediti il perché l'Inter aveva quella formazione in quegli anni....

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