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Paolillo: «Vi spiego l'Inter del futuro»

Ernesto Paolillo, come sta il sistema calcio?
«È un malato grave, molto gra ve ».

Quindi non c’è alternativa al fair play finanziario.
«No. La strada da seguire è tracciata. Ed è l’unica per scon giurare il rischio che si scateni un effetto simile a quello che ha colpito i mercati finanziari. Oggi più dell’80% delle squa dre chiude con il bilancio in rosso e l’Uefa ha voluto mette re uno stop a tutto questo. È arrivato il momento di fare qualcosa perché il calcio è al collasso».

Vale a dire?
«In Austria e Belgio sono già fallite alcune società e, restan do in Italia, la situazione con tabile di una decina di squa dre di serie B è molto preoccu pante. Il timore è che si scate ni un effetto a catena, visto che il sistema calcio è simile, tanto per rendere l’idea, a quello fi nanziario oppure a quello ban cario: se un grande club com­pra dei giocatori e poi fallisce, non può pagare chi gliel’ha venduto che, a sua volta, si ri trova con un buco nel sistema tra ricavi e perdite. L’effetto do mino, può diventare incontrol labile. Non essendo possibile introdurre il salary cup come avviene negli sport americani, abbiamo pensato di introdurre un sistema in cui i costi debba­no essere commisurati ai rica vi. In base a quanto deciso, le società avranno due anni di tempo per mettere il bilancio in linea alle misure legate al fair play finanziario, in base a cui, nel triennio 2012-2015 il rosso complessivo di bilancio dovrà essere di 45 milioni di euro, chi non resta dentro a questi parametri, non potrà partecipare alle coppe euro pee ».

L’Inter sta già correndo ai ripari. Quando contate di arrivare al pareggio di bi lancio?
«L’obiettivo è quello di farcela in un biennio. Stiamo chiuden do il bilancio al 30 giugno e ri spetto all’ultimo (chiuso con 154 milioni di perdite, ndr) c’è un sostanziale miglioramen to ».

Intanto il diktat di Moratti è preciso: prima di pensare a un acquisto (Mascherano), occorrerà vendere un pez zo pregiato (Maicon).
«Proprio così. Prima si costitui sce il salvadanaio, si crea liqui dità e quindi si decide se e co me investirla».

La prossima sarà un’Inter più povera?
«No, sarà un’Inter più solida. L’obiettivo è creare un circolo virtuoso con innesti graduali al telaio che possano davvero costituire un valore aggiunto. L’operazione Ibrahimovic, che ha portato in dote Eto’o e per messo pure all’Inter di guada gnarci, o quella per Milito-Thiago Motta, quasi tutta fi nanziata dai nostri prodotti del vivaio, devono essere da esempio. L’Inter che verrà, do vrà essere capace di incremen tare i ricavi e ridurre i costi per creare spazi a nuovi investi menti: si può restare altamen te competitivi anche vendendo un big».

Quanto è penalizzante non avere uno stadio di pro prietà?
«Molto, perché nel bilancio mancano le voci legati ai rica vi dell’attività stadio. Il Barcel lona, per esempio, dalla gestio ne del Camp Nou ricava 60 milioni di euro all’anno. Con quei soldi hanno potuto per mettersi l’operazione Ibrahi movic ».

Il progetto di uno stadio per l’Inter continua però a ri manere in un cassetto.
«Perché aspettiamo che venga fatta una legge sugli stadi: è impensabile investire senza capire i contorni in cui ci si può muovere».

La Juventus intanto si è portata avanti.
«Ha colto un’opportunità che le è stata offerta».

In regime di fair play finan ziario, avrà un’importanza cruciale il settore giovanile.
«Proprio così. Il nostro obietti vo è riuscire a sfornare un Santon all’anno per la prima squadra ma anche una serie di giocatori che possano essere utili per abbattere i costi delle operazioni di mercato necessa rie a rafforzare l’organico».

Inizia ad avvertirsi nei con ti dell’Inter l’effetto-Cham pions?
«Oggi una tournée della prima squadra può generare introiti del 30% superiori rispetto a quelli della scorsa stagione. Senza poi contare i vari con tratti di sponsorizzazione».

Che mercato sarà per l’In ter?
«L’obiettivo è mantenere alta mente competitiva la squadra. Siamo arrivati al top e ora dob biamo “soltanto” rimanerci grazie a uno-due innesti mira ti e alla creazione di un siste ma virtuoso che permetta di ottenere ricavi utili per essere reinvestiti in giocatori pagati con prezzi più contenuti, ma gari giovani e con ingaggi più bassi e relativa plusvalenza».

tuttosport.com
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