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Ranieri: "Brava Inter" Il brindisi di Berlusconi

Il day after è di quelli che non si scordano facilmente. La finale di Champions conquistata dopo 38 anni dall'ultima ha un dolce sapore in casa Inter. Soddisfazione e complimenti da tutto il mondo dello sport e non solo. Primo fra tutti il presidente del Barcellona Joan Laporta: "L'Inter ha saputo contrastare il nostro gioco e ci ha costretto a praticare un calcio che non ci si adatta. Complimenti al presidente, all'allenatore e ai giocatori dell'Inter".

COMPLIMENTI GIALLOROSSI - Complimenti anche da parte di Ranieri che con la sua Roma darà battaglia ai nerazzurri in campionato e nella finale di Coppa Italia. "Sono molto contento. Al di là del coefficiente Uefa, è importante che una squadra italiana sia arrivata in finale e tenga alto il blasone del calcio italiano, negli ultimi tempi al di sotto rispetto a come eravamo abituati. Gara difensiva? C'è stata l'espulsione di Thiago Motta - ricorda Ranieri ai microfoni di Sky Sport -. L'Inter era partita pressando alta, erano molto concentrati, molto determinati, l'espulsione ha abbassato il baricentro della squadra che però ha fatto vedere le qualità dell'impianto difensivo, è stata un'armata in tutto e per tutto". Il Barca, dal canto suo, ha deluso. "Ma è stata brava l'Inter - replica il tecnico giallorosso -. Quando stai in semifinale è importante arrivarci in una buona condizione fisica. Lo scorso anno il Barcellona era stato fortunato, era passato segnando allo scadere a Stamford Bridge contro il Chelsea, stavolta non ce l'ha fatta e il merito è dell'Inter". Sulla stessa linea d'onda il capitano Totti. "L'Inter contro il Barcellona è stata solida, organizzata e tenace. Complimenti ai nerazzurri per aver conquistato la finalissima. Credo - aggiunge Totti - che considerando sia la partita di andata che il ritorno, l'Inter abbia indubbiamente meritato il passaggio del turno". NERAZZURRI FAVORITI - Roberto Mancini è al Manchester City, ma nonostante qualche incomprensione, non dimentica il suo ex club al quale è ancora molto legato. "Sono contento che l'Inter sia in finale. Ho lavorato con l'80% dei giocatori che hanno conquistato la finale e so quanto questo obiettivo fosse importante per la famiglia Moratti - spiega Mancini -. Io ho iniziato a vincere con l'Inter e sono molto felice per loro". Mancini parla anche della partita di ieri. "Tutte le squadre che arrivano in semifinale sono forti - ha spiegato l'ex tecnico dell'Inter -, poi quando giochi al Camp Nou in 10 per tutta la partita, diventa difficile attaccare. La squadra nerazzurra, però, ha difeso benissimo, era l'unica cosa che poteva fare e l'ha fatta bene". Infine un pronostico sulla finalissima del 22 maggio tra i nerazzurri di Mourinho e i tedeschi del Bayern Monaco. "E' una finale e può succedere di tutto, ma credo che l'Inter sia la favorita".

L'INTER DI HERRERA - "E' difficile fare un paragone tra l'Inter degli anni '60 e quella di oggi - confessa Mario Corso, che negli anni '60 ha conquistato 2 Coppe dei Campioni con l'Inter allenata da Helenio Herrara -. Sono passati troppi anni e si parla comunque di due formazioni diverse. Poi noi eravamo quindici giocatori ma eravamo molto competitivi, non c'era il ricambio che può esserci ora, e diciamo che oggi forse manca qualcosina a livello tecnico. Helenio Herrera e Josè Mourinho - spiega ancora Corso - hanno entrambi molta personalità, tengono sempre in mano la situazione e hanno il controllo della società e dei giocatori. Soprattutto, Mourihno riesce ad avere un buon rapporto con i giocatori, anche Herrera lo aveva ma l'allenatore attuale forse ancora di più".

BURGNICH E IL CATENACCIO - Da Corso a Tarcisio Burgnich che nel 72' vide sfumare il sogno europeo nella finale persa contro l'Ajax per 2-0. "Noi, allora, siamo stati ai vertici per 5-6 anni perché c'era il gruppo compatto - ha detto ai microfoni di Sky -. Si vince solamente se tutta la squadra lavora per un obiettivo. La squadra più forte non è che vince sempre, vince la squadra che in quel momento ha creato il gruppo, ha volontà e decisione". Quanto al gioco visto al Camp Nou, si può parlare di catenaccio? "Quando si devono ottenere dei risultati a tutti i costi - spiega -, io credo che qualsiasi gioco sia validissimo, anche questo. Non era una partita da campionato in cui si può recuperare, qui chi non vince va fuori".

MAZZOLA E IL TRAP - Sandro Mazzola, bandiera dell'Inter, vede elementi in comune tra Helenio Herrera, creatore della squadra che trionfava negli anni '60, e Josè Mourinho. "Tra Helenio Herrera e Josè Mourinho si può fare sicuramente un paragone. Mou ha riportato il pallone negli allenamenti come faceva Herrera, e poi, anche lui, così come il mago, allena prima la testa e poi le gambe - sottolinea -. Caratterialmente poi anche Herrera a volte, quando riceveva una domanda scomoda, reagiva in una maniera simile a Mou". Trapattoni, invece, ha allenato in passato sia l'Inter che il Bayern. "Sono due squadre toste, hanno identico Dna: tra Inter e Bayern Monaco sarà una gran finale, giocata sul filo dei nervi. Conosco tutte e due i club: cambiano i giocatori, non le caratteristiche - spiega - Il Bayern è una squadra da Nord, e non solo perché è fatta di tedeschi e olandesi. L'Inter è un mix di campioni e forza mentale. A Madrid sarà terribile".

IL BRINDISI DI BERLUSCONI - Infine il brindisi tra Ignazio La Russa e il Presidente del Consiglio e del Milan, Silvio Berlusconi. "Ieri a mezzanotte sono andato a casa di Berlusconi dove c'era una cena con i senatori e devo dire che con grande signorilità il presidente del Consiglio ha voluto brindare al successo dell'Inter - confessa, prima di stuzzicare il governatore della Lombardia, Formigoni -. Formigoni rosica. Meglio Totti che fa complimenti sinceri. Il presidente Formigoni, come molti, fa finta di non accorgersi che nel goal annullato al Barça, il tocco di mano del giocatore spagnolo, benché col braccio accostato al corpo, è servito ad 'accomodarsì il pallone sui piedi e a non farlo rimbalzare più lontano. E' stato giustamente fischiato il fallo e annullato il goal. In ogni caso sui dettagli prevale l'orgoglio per la grande impresa dei neroazzurri. Adesso tutti a tifare per i campioni d' Italia a Madrid. O no?".

repubblica.it
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