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L'Inter pareggia con il Napoli. Mourinho attacca.

Il campionato è meno blindato. Questo è il messaggio che arriva dalla notte del San Paolo. Una sfida che, ai punti, avrebbe visto vincere il Napoli e che regala alla stagione un’Inter con il mal di trasferta. Pareggio a Bari in rimonta, stesso bottino a Parma e stessa sorte ieri sotto al Vesuvio, è il cammino nerazzurro lontano da San Siro dopo il successo di Verona il giorno della Befana: Mourinho non sa più vincere fuori casa. Ranieri, tecnico della Roma a meno 7 dalla vetta, avrà anche preferito un piatto di amatriciana all’incrocio del San Paolo da guardare in tv, ma, adesso, nella Capitale sarà difficile tenere a freno la voglia di tabelle del popolo giallorosso (il 28 marzo c’è la sfida ravvicinata all’Olimpico). Stesso discorso per Leonardo, a meno nove dai nerazzurri, ma con una partita da recuperare. L’Inter annaspa lontano da San Siro, il Napoli tiene fede all’imbattibilità casalinga quando si gioca di notte a Fuorigrotta (sono diventati 42 gli incontri senza sconfitta nell’era De Laurentiis) ed impreca per la traversa di Hamsik e il palo di Quagliarella (l’Inter in fatto di legni si è fermata ad uno, quello di Muntari).

Ad imprecare è lo stesso Mourinho non appena cala il sipario sulla sfida. «Ci manca un rigore nettissimo (tocco di mano di Aronica su cross di Maicon, ndr) e mi meraviglia che a non darcelo sia lo stesso arbitro, Rosetti, che contro di noi a Bari ne ha fischiato uno uguale. Paghiamo noi i problemi degli altri, stavolta abbiamo pagato per un signore piccolino che sta sempre in tv e non capisce che il calcio non è Hollywood. E - continua Mourinho - meno male che la Juve non è in lotta con noi perché solo in Italia si danno rigori come quello dato ai bianconeri contro il Genoa e, prima, contro la Lazio: non si può decidere una partita che vale la Champions League così, è una vergogna». Poco prima De Laurentiis, ovvero l’omino piccolo piccolo a cui si riferirà lo Special One, aveva parlato del tecnico portoghese non per le sue qualità di allenatore: «Lo prenderei solo per dargli una parte in un mio film. Come tecnico meglio il mio Mazzarri».

Il racconto della sfida è vissuto su un avvio tutto nelle trame dei ragazzi di casa con l’Inter alle corde. Così, tocca ad Hamsik timbrare la traversa con un pallone telecomandato da trenta metri e a Denis sprecare il più facile dei tap-in. Poi è Julio Cesar ad esser costretto ad un tuffo miracoloso per togliere dalla rete un colpo di testa di Denis. Mourinho è in piedi, la sua truppa appare troppo concentrata a non perdere gli equilibri che ad offendere e l’unica emozione nerazzurra arriva quasi per caso con Muntari che colpisce anche lui la traversa con una saetta dal limite dell’area napoletana. Per il resto, spuntati si rivelano i rifornimenti per la coppia d’attacco e lenta e fin troppo ragionata la manovra quando il pallone finisce fra i tacchetti di chi, là in mezzo, dovrebbe far cambiare marcia al compassato ritmo dei nerazzurri. Nel finale, c’è spazio per Eto’o (Balotelli è finito in tribuna per un problema al piede), ma al San Paolo l’Inter gioca anche contro i numeri: da quando i partenopei sono tornati in A, zero vittorie. «Sì, ma per noi c’erano due rigori netti», così Mourinho che alla lista nera di Rosetti aggiunge anche una trattenuta di Grava a Milito. «Siamo noi a pagare le pressioni degli altri sugli arbitri. Mi domando - continua Mou - cosa accadrà a noi tra due settimane quando affronteremo il Genoa che, immagino, passerà il tempo a lamentarsi per quello che ha subito dalla Juve. Dirò a Moratti di piangere anche lui».

lastampa.it
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