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Lo strano derby tra Milan e Inter: come mangiare il panettone d'agosto

I computer, padroni assoluti del nostro tempo, si fanno beffe del campionato, come non bastassero da sole le squadre. Accade così che un derby (Milan-Inter) e uno scontro diretto tra la nobiltà di categoria (Roma-Juve) abbiano luogo negli scampoli d'un agosto rovente. A proposito di strana sorte, c'è da dire che l'urna di Montecarlo della Champions non poteva riservare scontri più suggestivi con i grandi ex: l'Inter di Eto'o contro il Barcellona di Ibra e il Milan contro il Real di Kaka. Roba da matti.

Subito stracittadina, dunque, e a parti rovesciate rispetto alla vigilia del torneo. La balbettante squadra rossonera del precampionato cambia pelle, con il Siena a dire il vero, e offre un inedito Ronaldinho, dimagrito di qualche chilo e soprattutto finalmente memore della sua infinita classe. Il pres vero, Berlusconi, così si sussurra, lo ha voluto appresso alla porta avversaria e Leonardo non ha esitato. I due passaggi gol sono stati altrettanti gioielli, ma il brasiliano va visto quando dalle sue parti circoleranno altri mastini. Nel frattempo Pato sfrutta come si deve i divini suggerimenti. Un fuoriclasse, il giovanotto, che deve imparare ora a misurarsi con le parole. Dice che per un gol darebbe la vita: a noi basterebbe che rispettasse un poco più suoi avversari se vuole interpretare il ruolo di grande che i suoi piedi fatati suggeriscono. Il vero problema dei rossoneri, vista la buona prova dei centrali Nesta e Thiago Silva, sta sulle fasce con Zambrotta e Jankulovski in perenne difficoltà.

Il loro compito potrebbe venire facilitato se nella medesima zona e con i medesimi risultati agiranno sulla sponda nerazzurra il Balotelli visto contro il Bari e mister Trivela. Sostiene Mourinho che i nemici sportivi eccitano lo spirito competitivo suo e della squadra. In realtà per ora l'unico nemico vero di Mourinho pare Mourinho. Raramente abbiamo visto in campo una compagine più dissennata dell'Inter del secondo tempo con il Bari. Quattro punte impegnate a danneggiarsi reciprocamente, un centrocampo sguarnito e voragini che si aprivano. Buon per l'Inter che il Bari, bello e ordinato, ha in attacco piedi storti. Un suicidio calcistico reso perfetto dalla luna storta del bresciano di colore e da Quaresma. Tuttavia se Balotelli è un campione da domare che deve dimenticare le serpentine all'oratorio quando non si passa mai palla, per Quaresma, mistero glorioso di Mourinho, va fatto altro discorso. Il portoghese non punta mai l'uomo, nelle rare occasioni non lo salta, non vede il gioco e conosce un solo gesto, sia pure sopraffino. A noi pare adatto a compagini di ben più modeste ambizioni. Il depresso Mou afferma che si tratta di assimilare la nuova formula "palla a terra" rispetto al "palla lunga a Ibra" dello scorso anno. Per far ciò servono gli ingredienti adatti. L'allenatore è convinto che la marcia in più possa venire da Sneijder. Glielo auguriamo anche se i primi atti non sono beneauguranti, visto che l'olandese non ne voleva sapere di togliere le sue scarpette dagli armadietti del Real. Solo balle da cronisti?

Certo ai rossoneri si presenta sabato sera un'opportunità che non capitava da una vita: staccare i rivali e creare un baratro in sole due giornate. Difficilmente potranno tuttavia godere dell'Inter dell'esordio, tanto brutta da non parere vera. Lo sa anche Mourinho, mica è un pirla.

Da Milano a Roma per Roma-Juve della domenica. Entrambe le squadre sono reduci da esordi non brillanti, anche se con ben diversi esiti. Alla Roma è toccato in sorte il bellissimo Genoa (visto Gasperini anche con una squadra tutta nuova?) mentre la Juve ha faticato per avere ragione del Chievo. I bianconeri, privi di Del Piero, sono parsi un gruppo dagli equilibri per ora precari, ben mascherati dal saggio Ferrara. E se davanti Diego, Amauri e Iaquinta fanno il loro dovere sino in fondo, a centrocampo le cose vanno maluccio, né la difesa pare imperforabile.

Lavori in corso, dunque, come per la Roma di Spalletti che è ripartita, più debole da dove aveva finito. Non ingannino le scorpacciate contro i belgi. La difesa, senza un centrale adeguato, è un colabrodo che costringe un monumentale De Rossi agli straordinari. Le invenzioni di Totti e Menez assicurano un paio di gol a partita, insufficienti se poi ne becchi tre.

Difficile comunque stilare pronostici per entrambe le sfide, perché per ora tutto può mutare e rapidamente da una giornata all'altra. A maggior ragione i pronostici sono come i giornali verso mezzogiorno: buoni per incartare il pesce.

Aridateci Ancelotti
Una postilla riguardo a Mourinho, nell'anniversario indimenticato del suo esordio italiano e del già ricordato "non sono un pirla". Gioco a parte, durante lo scorso anno abbiamo sovente giudicato con favore le esternazioni del portoghese. Al di là delle asserzioni, ci piaceva il tono dissacrante che mandava su tutte le furie la gente del calcio che ha il vizio di prendersi troppo sul serio. Perciò la risposta a Lippi per un banale pronostico non è solo una banale caduta di stile, ma di senso dell'ironia, che è peggio assai. Il portoghese nella circostanza è parso la controfigura di se stesso, più vicina semmai a una macchietta del processo di Biscardi. Se oltre al gioco latita anche il gusto del paradosso, a noi cronisti restano le risposte in fotocopia, sempre uguali a se stesse. Ci viene quasi da implorare: inglesi arraffoni, restituiteci la splendida maschera di Ancelotti, genuino interprete della commedia del calcio all'italiana.

Fonte: ilsole24ore.com

Ecco l'ultimo derby giocato in campionato. Che sia di buon auspicio!



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