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Cresce l’Inter, Juve e Fiorentina sono lì. Il campionato sembra già spaccato

MAZZARRI, DIFESA DI FERRO — Al di là dell’analogia con la futura proprietà straniera, e con
l’assenza di impegni europei, anche l’Inter ha subito soltanto un gol, a dimostrazione del suo ritrovato equilibrio, realizzandone ben 13, con un’autorete e sette marcatori grazie allo show di ieri, in cui Taider, Cambiasso e soprattutto il ben ritrovato Milito si sono aggiunti a Palacio, Nagatomo, Alvarez e Icardi, già a segno nelle prime tre partite. E’ la dimostrazione che tutti partecipano al gioco, perché contro un mini Sassuolo rimasto solo in coda, i gol sgorgano grazie agli assist di Nagatomo, Juan Jesus, Guarin, Alvarez e dello stesso Milito.


EFFETTO MILITO — E’ troppo facile, quindi, sottolineare l’importanza del recupero del centravanti argentino, come è troppo facile sottolineare l’inconsistenza della neopromossa emiliana, contro cui l’Inter ottiene un successo con punteggio record in trasferta. Questa considerazione, però, non deve cancellarne un’altra, molto incoraggiante in prospettiva, perché l’Inter impressiona per la concentrazione e la condizione fisica, dal primo all’ultimo minuto di una classica gara trappola per il livello degli avversari e le notizie sull’arrivo di Thohir.

JUVE, ECCO LLORENTE — Non sembra una neopromossa, invece, il bel Verona di Mandorlini, che dopo aver battuto il Milan fa soffrire anche la Juventus, capace di tirare molto ma di segnare troppo poco, come in Danimarca. Più pali e traverse (due con un tiro di Tevez, una di Pogba) che gol, con una nuova sostituzione del deludente e arrabbiato Pirlo, ma con il lieto fine della prima rete, decisiva, di Llorente, con un colpo di testa stile-Bettega. Quanto basta per consentire ai bi-campioni d’Italia di rimanere nella scia di Napoli e Roma, insieme con Inter e Fiorentina. Chi l’avrebbe mai detto?
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