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Inter, a Siena senza calcio ma con 3 punti

 È finita come ventinove mesi fa: 1-0 per l' Inter, in questo stadio che una volta era il tempio dell' atletica e nel tempo è diventato la terra promessa dei nerazzurri.


Quella del 16 maggio 2010 (gol di Milito) era stata la vittoria del 18° scudetto, secondo atto del triplete, dopo la Coppa Italia e prima della Champions League. Questo 1-0 aiuta l' Inter a restare a distanza di sicurezza dalla zona salvezza (+4 punti e una partita in meno) e porta la firma di Luc Castaignos, 19 anni compiuti il 27 settembre, madre francese, padre di Capo Verde, passaporto olandese dopo il trasferimento dei genitori a Schiedam, acquistato dal Feyenoord (per 3,1 milioni di euro), visto che il d.t. 

Branca stravede per lui, al punto da paragonarlo a Trezeguet. È la prima volta che i nerazzurri riescono a vincere due partite consecutive in campionato (Cagliari e Siena) ed è il quarto risultato utile, compresa la Champions (Lille e Trabzonspor). Con la classifica che si ritrova l' Inter, questi tre punti hanno un' importanza fondamentale: perché sono arrivati al 44' della ripresa e dopo una partita avviata a chiudersi senza gol. Per almeno 70 minuti, ha giocato meglio il Siena, che però non è mai riuscito a vedere la porta (sette conclusioni, tutte fuori), pur riuscendo a muoversi in velocità e con una buona organizzazione di gioco, proponendo continui raddoppi in mezzo al campo, quelli che impedivano all' Inter di giocare, soprattutto perché l' azione si sviluppava al rallentatore: gran possesso palla, ben oltre il 60%, ma improduttivo, perché nessuno correva e dopo (troppi) passaggi, c' era sempre qualcuno che, pressato, riusciva a sbagliare, prima degli ultimi venti metri. L' immagine uscita dal primo tempo di Siena era quella di una squadra senza gambe e senza idee, e non si capiva come i nerazzurri potessero immaginare di vincere la partita. Qualcosa di simile deve aver pensato anche Ranieri, al punto da cambiare nell' intervallo due uomini: Alvarez e Zarate. Troppi errori, troppe palle perse (quattro in avvio di gara per Maurito), anche se Zarate è uno dei pochi in questa squadra abituata a giocare da ferma a cercare di superare l' uomo (magari prima o poi ci riesce). Ranieri ha messo in campo forze fresche: Obi e Castaignos, che fino al gol, era apparso del tutto fuori dal gioco. Pur non andando mai in difficoltà, la squadra di Sannino ha cominciato a pagare la fatica, più sul piano psicologico che su quello fisico. E ha arretrato di venti metri il baricentro, anche se ha sempre dato l' impressione di avere ancora le energie per ripartire. Siccome sarebbe stato impossibile giocare peggio del primo tempo, l' Inter è stata costretta, suo malgrado, a dare modesti segnali di miglioramento, riuscendo ad azzeccare qualche passaggio in più e a muoversi a ritmi leggermente più alti. E Ranieri proponeva una soluzione tattica diversa, con Milito trequartista e il passaggio dal 4-1-4-1 al 4-3-1-2. Ma la partita sembrava avviata a finire come era cominciata, dopoché Thiago Motta dal limite aveva calciato in modo troppo morbido una punizione da sfruttare meglio (respinta di Brkic, 40' ). All' improvviso il Siena è sembrato spaventato, quasi fosse convinto che prima o poi i nerazzurri qualcosa avrebbero inventato, nonostante tutto. Questo è accaduto quando Thiago Motta ha pescato in area Castaignos, che ha trovato il modo di calciare il pallone nell' angolo dove Brkic mai sarebbe potuto arrivare. Così l' Inter ha vinto sul campo dove fin qui era passata soltanto la Juve (18 settembre), ma, al di là del risultato e della festa finale in mezzo al campo, resta il fatto che il calcio è tutt' altro rispetto a quello espresso dai nerazzurri e che, giocando così, l' obiettivo massimo può essere un campionato lontano dalla lotta per le coppe europee e vicino alla zona salvezza. E l' euro che Ranieri suggerisce di scommettere sullo scudetto dell' Inter, è meglio usarlo per un buon caffè.


corriere della sera
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