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Inter-Bayern, 36 ore in coda per un biglietto della finale

Milano, via Massaua: l’indirizzo di Inter-Bayern Monaco finale di Champions League è qui e la caccia al biglietto è cominciata ieri. Con la tensione che è salita subito alle stelle. La vendita di 5mila tagliandi, destinati agli abbonati e agli Inter Club, ha radunato più di 150 tifosi con 36 ore di anticipo. Domani mattina (ore 11) la Banca Popolare di Milano aprirà ufficialmente i cancelli, permettendo l’acquisto di un biglietto a testa (bisogna essere muniti di abbonamento o tessera di socio di un Inter Club, documento d’identità valido e scheda scaricata dal sito nerazzurro).

Rimediate in tutta fretta delle transenne con l’aiuto dei dirigenti della banca, ieri sera sono intervenute le forze dell’ordine per permettere ai presenti di sistemarsi già in fila, dopo che si erano «autoschedati» in una lista nominativa, utile per dare la priorità e non perdere il posto. La Bpm ha predisposto assistenza medica a partire da oggi, mentre sono stati collocati dei bagni pubblici in via Fornari. Qualcuno teme che si possa addirittura arrivare alle mani pur di accaparrarsi uno dei 5mila biglietti. Da oggi è previsto l’arrivo di oltre 20mila persone, da Taranto (tre pullman) a Bolzano (due pullman). Il camionista In fila con i figli «Veniamo dal Sud»
C’è un camionista, disoccupato, 55 anni, con due figli. Carmine Albero viene dal Sud: «Siamo arrivati mercoledì ma qui non c’era nessuno e abbiamo deciso di tornare con due notti d’anticipo. Non ci perderemo la finale, tutti e tre abbiamo l’abbonamento». Resteranno ben posizionati dietro le transenne fino all’apertura della banca: «Non ci muoviamo, qualcuno dice che arriveranno tifosi scalmanati e cercheranno di toglierci il posto. Non ci interessa. Vogliamo i nostri tre biglietti».

La fedelissima. Eleonora e l’amica che tifa Milan
Sembrava un oltraggio alla scaramanzia pronunciare la parola Milan. Eleonora, 28 anni, da cinque è abbonata all’Inter («Sempre in curva») e ha sfidato i due giorni di coda portandosi un’amica: «Sì, ma lei il biglietto non può prenderlo, è del Milan». Appunto. In coda con il nemico, in molti si sono chiesti che senso avesse. «Non volevo fare la fila da sola. A volte si può chiudere un occhio». Eleonora è convinta di prendere il biglietto: «L’importante è il posto al Bernabeu».

Lo studente cinese in Polonia: «La mia fede nata davanti alla tv»
È nato in Cina, vive in Polonia (studia giurisprudenza). Rer Yamy, 21 anni, indossa la maglia nerazzurra: «Saranno due giorni lunghi, ma per la mia squadra farei questo e altro». Nessun dubbio su come finirà a Madrid: «Vinciamo noi, 3-1 e tutti a casa». Poi si sbilancia anche sui marcatori: «Eto’o due gol e Stankovic: mi fanno impazzire». La sua passione per l’Inter è cominciata da piccolo, suo padre guardava in tivù il campionato italiano, gli è piaciuto l’accostamento dei colori: «Ora questa è la mia fede».

L’avvocato: «Ho bigiato il lavoro da qui non mi sposto»
Ieri l’avvocato non si è presentato in studio. La segretaria rispondeva: «È malato, torna lunedì». Invece, no. L’avvocato, 35 anni, milanese, ha bigiato il lavoro ed era già in fila, documenti alla mano, per acquistare il biglietto. «Non ci andrò neanche domani (oggi, ndr) al lavoro – dice Marco, l’avvocato –, sono in coda, non mi sposto da qui». Mangiare? «Chiamiamo le pizzerie: uno ha tentato di venderci una margherita a 15 euro». Anche questo, in fondo, è Inter-Bayern.

lastampa.it
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