«Su Calciopoli c’è troppa gente che parla e che dice cose senza senso, quindi preferisco tacere», ha tuonato ieri l’amministratore delegato dell’Inter Ernesto Paolillo prima di partecipare all’assemblea nella sede della Lega calcio. Dove l’argomento intercettazioni è entrato prepotentemente nell’ordine del giorno, come già era accaduto nella sala del consiglio della Federcalcio giovedì. E da Parma, a margine di un convegno di Confindustria, è arrivato anche l’intervento di Marco Tronchetti Provera, consigliere d’amministrazione del club nerazzurro: «Sulla vicenda Calciopoli c’è una strumentalizzazione del nulla e questo è estremamente grave. Credo che in questi giorni non sia emerso assolutamente niente: c’è un’intervista di Moratti del 2006 che dice con chiarezza quello che avveniva e che oggi si cerca di ribaltare come se ci fosse qualcosa di illegale. E invece di illegale non c’è proprio niente».
E se Mourinho preferisce il silenzio che non contribuisce ad alimentare polemiche (sarà così, dice lui, fino al termine del campionato), il resto dell’Inter fa quadrato in un momento di completo accerchiamento. Dove i sospetti, peculiarità principale del nostro campionato, aumentano di giorno in giorno. E allora, con il fuoco di Calciopoli riacceso all’improvviso, ecco che si guarda più che mai alla designazione arbitrale della partita X o Y, facendo esercizio di pura dietrologia. Arrivando anche a presumere un patto tacito tra Fiorentina e Inter: i viola darebbero disco verde ai nerazzurri nella sfida di campionato in cambio dell’accesso alla finale di Coppa Italia e quindi all’Europa.
Illazioni assurde, è il pensiero dei tifosi delle due squadre. Tanto più che quelli gigliati (che pure contestarono parecchio i Della Valle, invischiati secondo le carte e puniti dalla giustizia sportiva nello scandalo del 2006) sono consapevoli che l’Inter sia più forte della Fiorentina anche se dovesse - per un ovvio turnover utile a dosare le forze - schierare le seconde linee. E che soprattutto Mourinho non è certo tipo da mollare un obiettivo, specie quest’anno che ha la possibilità di fare un tris storico, mai riuscito a nessuna società italiana e solo sfiorato dall’Inter nella stagione 1964-65.
«Per abitudine io penso ad una gara per volta, quindi a quella di campionato, senza farmi condizionare da quella di Coppa Italia di martedì, voglio una Fiorentina attenta e coraggiosa», così il pragmatico Prandelli. Che dice la sua sul nuovo filone di Calciopoli. «L’unica idea che mi sono fatto è che bisognerebbe avere un po’ più di riguardo verso una persona che non c’è più, verso la sua famiglia», con riferimento, senza nominarlo, allo scomparso Giacinto Facchetti.
«Per quanto riguarda tutto il resto - la chiosa del tecnico viola - si possono fare certe considerazioni rileggendo la storia di questi 4 anni». La società viola, già penalizzata pesantemente dopo il «superprocesso» dello stadio Olimpico, decide invece di attendere martedì per prendere posizione sulle novità presentate dai legali di Moggi. «Siamo più che curiosi, siamo rimasti un po’ colpiti da come queste intercettazioni sono state selezionate», così l’azionista di maggioranza della Fiorentina Andrea Della Valle.
Intanto stasera al Franchi si gioca: in palio un pezzo di scudetto da una parte e un pezzo di dignità (sportiva, si intende) dall’altra.
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