Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Balotelli scommette: Mondiali, ci sarò

Il mondo pieno di certezze di Mario Balotelli esce allo scoperto quasi per caso, fra un sorriso e una smorfia. L’inviato delle Iene (l’intervista andrà in onda questa sera) lo marca, SuperMario si libera lasciandosi alle spalle il rumore, assordante, di chi continua ad interrogarsi sugli atteggiamenti e sul futuro dell’attaccante nerazzurro. Così, gli affondi o le verità arrivano per tutti, a cominciare da Marcello Lippi. L’Italia ai Mondiali con Balotelli parte integrante della truppa azzurra? Mario non ha dubbi e quando gli offrono di portargli una maglia della Nazionale come ricordo con il suo nome fa capire che non ce ne bisogno perchè se la prenderà prima. «...Te la porto prima io...scommettiamo una cena?», abbozza l’interista. «...E ci sta il tuo nome?», fa l’intervistatore. «...Ti porto la maglietta, mi paghi tre cene e in caso che vinciamo i Mondiali te ne pago 40, quante ne vuoi, tutto l’anno...», così Balotelli.

Lippi è avvertito, dunque. Balotelli non solo pensa al Sudafrica, ma scommette che ci arriverà da protagonista. Dall’Italia a Mourinho, al Milan, al razzismo. L’interista fissa il confine. «Mourinho mi vuole bene e proprio perché mi vuole bene litighiamo spesso», dice Balotelli prima di affrontare il tema dei cori discriminatori sul suo conto. Il ragionamento è articolato, ma la conclusione sembra dar ragione al partito di chi pensa che si tratti di un fenomeno non collegabile all’idea di un’Italia razzista. «Io sono italiano e cercano di prendersela con questa cosa della pelle, ma io sono italiano e loro lo sanno. Qual è la soluzione? Io sono solo una piccola parte di questo mondo, non posso cambiarlo, però credo che stia migliorando. Io non mi fermerei anche se fanno queste cose dall’inizio alla fine, ma se toccano un altro e se avessi il potere, allora fermerei le partite o le farei giocare a porte chiuse. Comunque, secondo me è solo un modo per intimidire...».

Intimidazioni, questo pensa Balotelli. Intimidazioni che lo fanno arrabbiare, ma che non lo porteranno mai ad abbandonare il campo se non per solidarietà ad un compagno insultato: la riflessione, amara, del nerazzurro. E, il tifo per il Milan? «Ero a San Siro per la sfida Milan-Manchester solo perché volevo vedere una grande partita. Da piccolo tifavo Milan, adesso non tifo niente, gioco per l’Inter e vinco per l’Inter», spiega Balotelli che, però, sul mensile MM, periodico della scuola di giornalismo «Walter Tobagi» era andato oltre parlando di una fede rossonera nata per colpa di Ronaldo. «Io tifavo tutte le squadre dove giocava il brasiliano, avevo tutti i suoi poster in camera. Se penso a Milano cosa mi viene in mente? Il Milan! Ovviamente scherzo perché mi viene in mente San Siro», sorrideva SuperMario dopo la risposta.

Certezze, tante. Come quella di disfarsi del Chelsea, il 16 marzo prossimo a Londra. «Se noi pensiamo a noi, a come siamo forti, perché dobbiamo pensare agli altri? Li mangiamo tutti, secondo me...», dice Balotelli che, poi, ricorda l’incontro con Cristiano Ronaldo. «Cosa è successo quando gli ho chiesto di scambiare la maglia? Lui mi ha detto che la doveva già dare ad un altro e io gli ho risposto “divento più forte di te”», racconta l’interista. La Iena lo incalza, Balotelli non si tira indietro. «Il gol che sogno di fare? Magari un tacco alla Ibra...Perché non esulto mai? Ho detto che esulterò alla finale dei Mondiali o anche a quella di Champions League. Perché indosso il 45? Perché il 10 ce l’hanno tutti e, poi, perchè quando la gente pensa al 45 deve pensare a Mario».

lastampa.it

0 comments