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Mourinho: "Con l'Inter forte empatia"

L’Inter di Ibrahimovic e quella di Pandev, la doppia sfida di Champions contro il Chelsea, la Coppa Italia, gli schemi di gioco e l’adesione all’ "interismo": è un Josè Mourinho a tutto campo quello che ai microfoni di Inter Channel ha risposto alle domande via chat dei tifosi interisti. Il tecnico portoghese ha spiegato che ha sempre avuto il bisogno di «trovare squadre con un’empatia tra la storia del club e la mia personalità di allenatore». «Decisi di allenare il Porto - ha ricordato - perchè, in Portogallo, Lisbona significa potere, capitale, Benfica e Sporting; mentre Oporto è 400 chilometri più a nord e lì è più difficile vincere».

Poi è approdato al Chelsea, «una squadra - ha detto Mourinho - che voleva vincere per la prima volta e che in quel periodo era vista come il simbolo del potere economico straniero che entrava nel calcio inglese». Infine, l’arrivo a Milano, dove «tutte le caratteristiche dell’Inter e dell’interismo si adattano perfettamente alla mia personalità». L’Inter di Pandev e Milito è, secondo il tecnico, diversa da quella che aveva in Ibrahimovic il proprio terminale d’attacco. «Quando sono arrivato - ha spiegato - la squadra giocava troppo bassa, con una mentalità più difensiva. In attacco aveva un giocatore che era abituato a risolvere da solo i problemi offensivi. Non era una squadra che giocava un grande calcio». Oggi invece «il gioco si avvicina a un modello che piace a tutti, con molti giocatori che partecipano senza comunque perdere compattezza e mentalità».

E gente come Pandev, Balotelli e Snejider si sono inseriti subito nel modulo nerazzurro perchè «i bravi giocatori non hanno bisogno di tempo per entrare negli schemi: arrivano, capiscono, anche con poche informazioni, e con il minimo lavoro, entrano subito nei meccanismi di una squadra». Ma l’Inter, ha sottolineato il tecnico, guarda anche al domani: «Adesso è costituita da un gruppo più piccolo con i conseguenti rischi che potrebbero correre in caso di infortuni. Ma in questo momento stiamo preparando non solo il presente ma anche il futuro, con i giocatori giovani che abbiamo già in rosa». Alla domanda di un tifoso sulla possibilità di schierare due formazioni, una per la serie A e una per la Champions, l’allenatore, pur reputando l’ipotesi «non completamente pazza», ha risposto che «quello che crea la struttura di una squadra, la sua dinamica e la sua compattezza non è possibile costruirlo con due squadre separate o applicando tanto turnover». Proprio in Champions i nerazzurri affronteranno il Chelsea.

Secondo Mourinho ci saranno «due momenti decisivi, il 24 febbraio e il 16 marzo, il giorno delle partite, dove la differenza la faranno infortuni e squalifiche da entrambe le parti». Sulla Coppa Italia, il portoghese ha spiegato che per ridare dignità alla competizione si potrebbero «disputare le partite la domenica pomeriggio, quando tutti hanno la possibilità di andare allo stadio. In Inghilterra le partite di Coppa si giocano la domenica».

lastampa.it
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