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L'Inter troppo forte per il Milan

É finita con Mourinho fuori di testa come un ultrà e per una volta lo capiamo perchè vincere a questa maniera il derby, con un uomo in meno dalla metà del primo tempo e addirittura due nel finale, più forte degli episodi e delle visioni di un arbitro contestatissimo resterà nei suoi ricordi un punto fermo. La notte dei nerazzurri è bellissima ed esaltante. Anche in inferiorità di uomini l’Inter ha vinto e convinto assai più che in prestazioni positive ma balorde, ad esempio con il Siena o il Bari: la differenza la mette in campo quando conta ed è una differenza di carattere non soltanto di classe.

Fermarla verso lo scudetto diventa adesso impensabile se l’unica squadra che ne coltivava l’ambizione, il Milan, si è arresa in maniera un po’ meno netta che all’andata ma altrettanto frustrante: oltre ai due gol, i nerazzurri hanno molte occasioni e colpito due pali (clamoroso sull’1-0 quello di Pandev, azzeccatissimo acquisto di gennaio a differenza di ciò che hanno preso altri). Il pathos nel finale, di cui diventava protagonista Julio Cesar salvando una deviazione ravvicinata di Borriello e parando il rigore di Ronaldinho al 46’ ha quasi completato una serata di emozioni perfette per una partita resa sbilenca dall’espulsione di Sneijder.

L’Inter era in vantaggio e si stava dimostrando assolutamente più lucida e rapida del Milan ma con quasi 70 minuti da giocare non si poteva dire che il derby avesse trovato il proprio indirizzo: in ogni caso si respirava l’aria del grande match, merce rarissima ormai, e c’era da stare contenti. Non avevamo però considerato l’ufo. Giallo di maglia e forse di paura, perchè arbitrava per la prima volta la stracittadina di Milano, Gianluca Rocchi ha quasi rovinato il piccolo cammeo che si stava formando a San Siro: al 26’ si è inventato la simulazione di Lucio, che non si capisce perchè avrebbe dovuto buttarsi a terra mentre stava sfuggendo ad Ambrosini, e sulle proteste degli interisti per il cartellino giallo al brasiliano ne ha pescata una più irridente di Sneijder e l’ha cacciato. Sarebbe bastata l’ammonizione, quella che nel primo minuto di gioco Rocchi non aveva avuto il coraggio di mostrare a Ronaldinho per un brutto fallo su Lucio.

Insomma l’ufo fiorentino aveva cominciato male e ha proseguito peggio, guastando il match perchè è cominciata la caccia all’uomo, ogni scontro generava una protesta e Rocchi, ormai nel pallone, non aveva più la forza di fischiare un rigore evidente al Milan (31’, chiaro tocco di mano di Maicon su giocata di Ronaldinho a due metri dall’arbitro) e un mezzo penalty all’Inter (42’, strattonata di Abate a Pandev).

Il Milan ha arrembato in avvio di ripresa, sfiorando il pari con i colpi di testa di Seedorf e Borriello, però la manovra è stata farraginosa e lenta nel primo tempo, illuminata soltanto se la palla passava per i piedi di Ronaldinho. Troppi lanci all’avventura, poca genialità da Beckham e da Pirlo. Finchè i numeri in campo sono rimasti in parità, l’Inter aveva messo già il proprio timbro, quasi ripetendo l’avvio devastante del derby di andata con i tre gol nel primo tempo e il 4-0 finale. Meno di due minuti e Sneijder colpiva il palo con un tiro di controbalzo da 20 metri, poi sparava addosso a Dida da buona posizione e infine arrivava il gol di Milito sempre a segno contro i rossoneri: lo lanciava Pandev e lo aiutava Abate che Leonardo ha inventato terzino ma nel difendere dimostra i limiti di un novizio. L’ex granata, di testa, dava a Milito l’assist per il tiro di sinistro in diagonale. In pochi giorni Milito e Pandev si sono già trovati, segnano e costruiscono assist in simbiosi come due che parlano da sempre la stessa lingua.

Con Sneijder in campo e il Milan aperto al contropiede la storia del derby si sarebbe conclusa probabilmente prima. Senza la velocità dell’olandese l’Inter ha chiuso invece le file con intelligenza e mestiere. La rete di Pandev su punizione l’ha convinta di poter arrivare bene fino in fondo e solo i guizzi in extremis del Milan hanno ridestato la partita spenta: il penalty concesso per un mani di un insolitamente attento Lucio (espulso) poteva offrire ancora due o tre minuti di suspence. La spegneva Julio Cesar volando a deviare il secondo rigore sbagliato da Ronaldinho in campionato.

lastampa.it
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