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SPECIALE CHAMPIONs: L' Inter saltella con Balotelli


Seconda come l’anno scorso. Ma avanti. E dopo lo scrollone di sabato scorso all’Olimpico contro la Juve, l’Inter questo chiedeva alla notte di San Siro. Concreti e coraggiosi i nerazzurri, ma mai come questa volta dipendenti dai piedi e dal genio di Mario Balotelli. Il ragazzo più chiacchierato, insultato e discusso di tutto il calcio italiano infila una serata nobile e lo fa quando serve. Trascina l’Inter negli ottavi e, finalmente, risponde con i fatti alla fiducia che Mourinho gli concede nella partita che può orientare la stagione. Non solo quella nerazzurra. Super Mario recita il copione da prima donna, dal suo repertorio escono giocate da ricordare e non gesti da dimenticare. Prima arma Eto’o e poi manda definitivamente il Rubin fuori dall’Europa che conta con un colpo da fenomeno. Ora l’Inter può aspettare il sorteggio di venerdì e godersi le prodezze del ragazzo. Mourinho se lo coccola, ma senza esagera: «E’ stato bravo, è uno della squadra». Quello che non dice il tecnico nerazzurro lo aggiunge in dosi abbondanti il presidente Moratti: «Mario ha qualità tali che può trovare la giocata in qualsiasi momento. Anche La Nazionale dovrebbe cominciare a tenerlo d’occhio».

Serata da bingo allora. E sì che per ventinove minuti i nerazzurri sembrano poter fare la stessa fine della Juve. Ossia, accomodarsi in Europa League: ne sono infatti passati solo due che a Kiev la Dynamo scopre l’ebbrezza di battere il Barcellona. I calcoli stanno a zero a questo punto, conta solo stecchire il Rubin: operazione non impossibile, ma che la mancanza di alternative rende più rischiosa. Come avesse avuto un presagio, José Mourinho («Il mio futuro? Se non sarà all’Inter, posso andare quando voglio e quasi dove voglio» dirà il portoghese che alla fine dà buca a Sky e Mediaset, ma non alla Rai) sceglie l’Inter più offensiva della stagione, seconda solo a quella del blitz con batticuore di Kiev. Sneijder più Balotelli, Milito ed Eto’o: meglio intendersi subito. Al Rubin, San Siro non fa paura. I russi impiegano un attimo a prendere le misure: niente di eccezionale, ma il centrocampo a luci rosse nerazzurro è un invito a osare. Partita che peggio non può cominciare, Samuel ci lascia subito il muscolo della coscia: salta insieme a Lucio su Dominguez e ricade nel peggiore dei modi. Fuori in barella, dentro Cordoba.

L’Inter rumina calcio. Sneijder, in campo per fare da fionda ai tre amigos, si schiaccia troppo e impiega altrettanto tempo per trovare la sua mattonella. Così da finire regolarmente nella periferia del gioco nerazzurro. Balotelli sembra in serata, ma il fuoco che accende dopo otto minuti con una girata latte e miele, dura poco. Il Rubin gioca in maniera elementare: dietro non prende freddo, in mezzo sposta uomini e pallone in modo da sfruttare la supremazia numerica e quando è il momento scatena i corridori sulle fasce. Non che l’Inter rischi, ma chi si aspettava una partenza a coltello tra i denti rimane un po’ stonato. Come avessero bisogno di una scossa, i nerazzurri guadagnano campo ma non velocità tanto che il Rubin ha gioco facile. Tutto questo fino a che Mario Balotelli sfrega il genio che è in lui e con un colpo di tacco trasforma in pepita una palla strapazzata dai difensori del Rubin su un’incursione di Zanetti. Eto’o scarica rabbia e ansie: primo gol in Champions e partita in discesa. Inter in testa al girone. Solo per un minuto, però, perchè a Kiev Xavi rimette la prua del Barcellona davanti ai nerazzurri. Non la toglierà più.
I russi si sgonfiano, Inter concreta. Copione ribadito nella ripresa. Il Rubin è una zanzara ma non dà più fastidio: Balotelli la stecchisce con una punizione da far invidia a Cristiano Ronaldo.

Saltellano lui e tutta San Siro. «Copriti» gli dice Mourinho dopo averlo sostituito per crampi. Insiste con la ramanzina: «Lo vedi cosa vuol dire non allenarsi bene?». Sbuffa e sorride Balotelli, mai come questa notte Super Mario.

lastampa.it
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1 comments

  1. Mario quando vuole dimostra di essere un vero fenomeno...mettesse la testa a posto...
    Ciao.

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