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Persino Mourinho trova un amico: "Zenga il mio erede all'Inter"


Zenga, ami l'Inter? Allora fammi vincere». José Mourinho mantiene la sua originalità ma non fa sconti neppure quando incontra degli amici, «merce rara» visto che con la maggior parte dei colleghi italiani non ha grande feeling. Oggi a San Siro arriva Walter Zenga, il suo clone in fatto di sparate giornalistiche e personalità, e allora c’è spazio anche per qualche frase scherzosa. Dopo una serie di conferenze stampa contrassegnate da musi lungi, lo Special One finalmente torna a sorridere e c’è anche chi pensa che sul suo umore abbia influito il ko del Real Madrid in Coppa del Re. Lui ovviamente nega e dice di essere solidale col collega Pellegrini.

Del resto l’erede in caso di addio all’Inter a fine stagione l’ha già individuato ed è proprio l’alter ego Zenga: «Non sono certo io che decido, però mi piacerebbe tanto che un giorno Walter prendesse il mio posto. Lo considero un grande amico, mi piace anche perché non si preoccupa della propria immagine, è se stesso e difende la propria squadra. E non è stata una pazzia la sua quando ha detto che voleva vincere lo scudetto, ma una motivazione grande per i suoi giocatori. Zenga è un trascinatore oltre che un vero interista». Poi da grande cabarettista Mou ha messo in scena un siparietto: «Se fossi Moratti non prenderei ad allenare l’Inter un tecnico che ha battuto la squadra nerazzurra. Quindi Zenga devi farci vincere se vuoi prendere il mio posto!».

Chissà se Moratti accetterà il consiglio, di sicuro spera di non ritrovarsi a gestire altre brutte sorprese come è successo quest’estate quando fu costretto ad adeguare il contratto a Mourinho perché credeva che avesse davvero un’offerta dalla Spagna. Una storia bizzarra che non può essere dimenticata ma è stata necessariamente archiviata. I compiti di Mourinho sono già stati assegnati: vincere lo scudetto e arrivare alle fasi finali della Champions League. Oggi contro il Palermo di Zenga inizierà un ciclo di partite che culminerà con la delicata sfida alla Dinamo Kiev. Il tecnico portoghese ieri non ha voluto dare vantaggi all’avversario: «Non so come gioca il Palermo, quindi a differenza di altre volte non darò indicazioni». I dubbi si sprecano: Eto’o non è al 100%, Balotelli e Milito in ballottaggio, a centrocampo potrebbe esserci spazio per Vieira anche se Cambiasso è favorito, in difesa Lucio si gioca il posto con Cordoba. Un vero rebus.

Mourinho e Zenga si abbracceranno prima della partita e poi penseranno alle rispettive squadre. L’allenatore interista ammira le persone che hanno il coraggio di dire quello che pensano e che in carriera hanno sudato per raggiungere una posizione: «Rispetto Zenga - ha aggiunto Mou - perché la sua storia come allenatore non è simile a quella di altri grandi giocatori: di solito i grandi giocatori, quando finiscono la carriera, hanno subito la possibilità di iniziarne una come allenatori mentre lui, per arrivare dove è adesso, cioè in una squadra importante della serie A italiana, ha fatto il giro del mondo. Ha lavorato in Usa, Arabia, Romania, Turchia, Serbia: ha fatto di tutto e si è fatto da solo».

A San Siro Zenga troverà il calore del pubblico ma anche un’Inter che ha recuperato tutti i suoi uomini ad eccezione di Sneijder. Motta e Milito, infatti, tornano nella lista dei convocati e dovrebbero giocare almeno uno spicchio di partita. Mourinho sembra intenzionato a fare un po’ di turnover ma la rotazione non coinvolgerà tutti i suoi elementi: «Un giocatore di altissimo livello deve essere preparato fisicamente e mentalmente per disputare tre partite alla settimana» ha spiegato. Poi ha sottolineato: «L’anno scorso si diceva che non facevo turnover, ma vi siete resi conto quanto stanno giocando quelli che quest’estate se ne sono andati via ed erano le mie riserve?». Si risponde da solo: «L’unico titolare, se escludiamo Ibra, è Burdisso».

lastampa.it
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