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L'Inter resta favorita ma l'incognita è Mourinho

Siamo i lettori. Pronta la palla di lardo per la lettura del campionato?
"Eccola qua. Lardo altoatesino di seconda scelta".

Non ci sembra molto soddisfatto. Perché questa seconda scelta?
"L'Italia è in crisi o forse no, dipende da chi ha il microfono in mano. Il calcio italiano è in crisi. I giornali italiani sono in crisi. La parola d'ordine prima era contenere, adesso è tagliare. Mi è sembrato giusto dare il buon esempio e risparmiare sul lardo. Certo che, ve lo dico prima, la seconda scelta comporta una pasta con meno sfumature rosate: quelle sì erano belle da decifrare. Così, si va giù piatti".

Un attimo. L'anno scorso lei aveva detto, o letto: Inter e Juve 40%, Roma 10, Milan 6, Fiorentina 4. Qualche commento?
"Ho toppato la Roma, per il resto parla la classifica".

Ha anche detto che Ancelotti non sarebbe arrivato a Natale.
"Vero. C'è mancato il classico pelo, però".

Veniamo al presente. Percentuali, please.
"Un attimo, stavolta lo dico io. E' una lettura effettuata alla vigilia del campionato, ma col mercato aperto fino al 31 agosto. Crisi o no, qualche colpetto qualche squadra lo può fare. Posso escludere che il Chievo compri Messi, ma che ne so se al Milan arriva un centrocampista di corsa o alla Roma un difensore presentabile? Non lo so. Quindi, hic et nunc, come dicono quelli col singhiozzo, la lettura-scudetto è questa: Inter 85 %, Juventus 15".

Tutto qui?
"Se volete intavolare trattative, posso fare 80 e 20 come 90 e 10, il succo non cambia. Troppo più forte l'Inter, anche se la Juve s'è rinforzata mica male".

Lei dice Inter, anche se è partito Ibrahimovic?
"Sì, e aggiungo che, stranamente, Moratti ha fatto un buon affare".

Anche lei, immaginiamo, si unirà al coro delle lamentazioni: via Ibra, via Kakà, spettacolo più povero.
"Non mi unii né mi unirò. Più della fuga dei piedi mi preoccupa quella dei cervelli".

Non la butti sul sociale, stiamo al pallone.
"Lo prendo al balzo. Roba fresca, quasi di giornata. La polemica Mourinho-Lippi è il più autentico spot sul campionato. Più chiacchiere che gioco. Un manifesto potrebbe essere l'Urlo di Munch, a patto di trasformare l'urlo in uno sbadiglio immenso, grande più o meno come Alessandria. L'Inter già vinceva con tanti punti di vantaggio, ora s'è pure rinforzata: Lucio, Eto'o più i due del Genoa che mi piacciono parecchio. In Italia, contro una squadra così resta un secondo posto dignitoso per la Juve e le briciole agli altri. La noia sarà interrotta da un Cagliari che vince a San Siro, da un Bari che vince a Torino, da una lotta, questa sì interessante, dal terzo all'ottavo posto".

Cosa dice il lardo di seconda mano?
"Che il Genoa è sempre forte, anche se a Gasperini servirà un altro mesetto per dimostrarlo. Che la Fiorentina, pur avvantaggiata dalla cessione di Felipe Melo, è meno forte. Che la Roma non può essere più debole e quindi sarà più forte, ma non si legge bene se a tratti o in permanenza, che il Napoli ha fatto un'ottima campagna-acquisti, che a proposito di Napoli faccio gli auguri a Reja che va ad allenare l'Hajduk, che l'Udinese era e resta una bella squadra, che m'aspetto di più da Palermo, Samp e Lazio. Che un titolo, con un po' di fortuna, se l'è già portata a casa".

E a Mourinho la cosa non è piaciuta.
"Una carpa ha più senso dell'umorismo di Mourinho, dovreste saperlo".

Ma lei con chi sta, tra Lippi e Mourinho?
"Sto per conto mio, mi sembra di essere all'asilo. Non avendo più sottomano Ancelotti, Beretta e Ranieri, con qualcun altro Mourinho aveva l'esigenza di arruffare il pelo. A lui va bene tutto, purché non si parli dell'Inter".

E perché?
"Perché il suo inquilino, Furbinho, non contento di essere l'allenatore più pagato e meno discusso della galassia, ha ottenuto un ritocco (immeritato) da Moratti sbandierando il fantasmino di Perez. Ma Mourinho sa che questa volta il lavoro serio tocca a lui, ed è quello che prima o poi si chiede a tutti quelli che fanno il suo mestiere: dare un gioco alla squadra.

Finiti i tempi di palla lunga e poi Ibra pensaci tu. Di tutte le squadre candidate a vincere la Champions l'Inter è quella con la miglior difesa. E' già molto, ma non basta. Più rileggo la palla di lardo più mi convinco che la vera incognita, nell'Inter è l'allenatore. Ve lo metto nero su bianco. Anzi, per evitare equivoci, nero su azzurro".

Scusi tanto, ma se Mourinho, che lei bistratta, ha meno senso dell'umorismo di una carpa, Lippi a che livello è?
"Tira a carpare, ma torno a dire che il livello è degno di un asilo o di un assillo. O Mourinho crede che a un ct che dà per favorita la Juve facciano eco 14 arbitri che ogni domenica le fischiano tre rigori a favore? In un paese specializzato nel far parlare tutti di tutto, che Lippi abbia il cuore più juventino che interista è risaputo. E se Mourinho avesse dichiarato che ai mondiali l'Italia uscirà al primo turno, sarei curioso di sapere cos'avrebbe detto Lippi. Infine, e sempre per chiarire: io non bistratto Mourinho, io l'aspetto. E' un maestro, dicono tutti. Va bene, ma cosa insegna?
Calcio, finora, non direi".

Non s'è parlato di Milan.
"Perché non mi sono ancora riavuto dalla tirata sul salary cap fatta da Berlusconi. Bel pulpito, siamo sempre lì. Da Lentini ai 4 milioni d'ingaggio a Dida, il Milan non è stato un grande esempio di oculata amministrazione. Un affare i tre olandesi, ma poi quanti soldi sbattuti dalla finestra? Non pago, Berlusconi ha paragonato Ronaldinho a Usain Bolt. Almeno una differenza mi viene in mente: Bolt corre".

E quindi?
"Quindi la situazione somiglia molto a quella già vissuta. C'è un allenatore nuovo, giovane, di primo pelo e in questo Leonardo vale Ferrara, ma Ferrara mi sembra più uomo di campo e la Juve ha una mentalità più operaia rispetto al Milan, quindi Ferrara è lievemente avvantaggiato. Per la Juve leggo un seguito di crescita, per il Milan un anno di transizione o di assestamento. Fossi Leonardo, punterei le fiches sul tavolo europeo. Auguri a entrambi, non è facile rimpiazzare due monumenti come Ranieri e Ancelotti".

Altro?
"Ovvio: Atalanta, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Chievo, Livorno, Parma e Siena lotteranno per evitare la B, il Parma forse un po' meno. Infine, non scelti in primissima fila, dieci giocatori che faranno un grande campionato, cinque italiani e cinque no: Marchisio, Pellissier, Matri, Guberti, Diamanti se non va in Inghilterra, Asamoah, Tissone, Zuniga, Onyewu e Kharja".

Fonte: repubblica.it

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