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Inter, un pari contro i College In gol Matrix e Stankovic

Si comincia con un pareggio, e chissà, magari Mourinho si aspettava qualcosa di più: di sicuro non è apparso preoccupato, né durate la gara, passata praticamente per intero seduto in panchina, né alla fine, quando ha comunque preferito non commentare. In attesa dei prossimi impegni ben più significativi, contro Club America (domenica a Palo Alto), Chelsea (martedì a Pasadena) e poi Milan (il 26 a Boston). Dunque la prima Inter della stagione, contro una selezione di College statunitensi (niente di che, ma discreta tecnica, ordine e buone gambe), va sotto, rimonta, si fa di nuovo raggiungere: per quanto può valere un test amichevole dopo neanche una settimana di lavoro, il tecnico raccoglie indicazioni ancora contraddittorie, come di regola di questi tempi.

BENE QUARESMA — Qualche sbavatura in difesa: lo 0-1 arriva per un’uscita difettosa del giovane portiere sloveno Belec, di cui approfitta Carasco con un colpo di testa su calcio d’angolo; sull’1-1 i due centrali si fanno infilare da Griffin. Integrazione con i compagni ancora da perfezionare da parte dei nuovi: Thiago Motta e Milito si cercano soprattutto fra loro e in particolare l’argentino è parso ancora un po’ in rodaggio. Ibrahimovic (chissà se alla sua ultima in nerazzurro...) ha giocato con discreta intensità, ma più che andare vicino al gol ha propiziato di sponda il pareggio di Materazzi, mentre il 2-1 era stato di Stankovic, con un pallonetto di testa su cross di Mancini, insolito laterale destro per le assenze di Maicon e Zanetti (ancora non in ritiro) e un piccolo problema muscolare di Santon. Da quella parte, nella seconda parte della gara - quando Mourinho ha schierato la teorica coppia offensiva titolare - anche Quaresma ha lavorato con continuità: era stato suo il cross trasformato da Ibrahimovic in assist per Materazzi.

ANCORA 4-3-1-2 — Quanto all’impostazione tattica, Mourinho, almeno per ora, è ripartito dal sistema di gioco impiegato di più nella passata stagione, ovvero un 4-3-1-2 che ha avuto come vertice basso nel primo tempo Cambiasso (a volte in alternanza con Muntari) e nel secondo il giovane Khrin; dietro le punte prima Obi (dei quattro ragazzi è apparso quello forse più in palla) e poi Stankovic, comunque sempre molto dinamico nell’arretrare per allinearsi ai compagni di reparto. Da registrare, a fine partita, la soddisfazione di Amantino Mancini (e chissà se le sue parole saranno accolte con altrettanta soddisfazione da Mourinho e dagli uomini mercato nerazzurri, che contano molto sulla sua cessione): "Io voglio restare all’Inter - ha detto il brasiliano - e penso di restare. Quest’anno sarà tutto diverso: mi sono anche sposato, ora mi sento davvero completo e sarà la mia rivincita. Sì, credo proprio si rivedrà il Mancini della Roma e dei primi tempi con l’Inter. Anche da laterale destro di difesa? No, questo proprio no...Ho giocato così solo per necessità".

LA NUOVA MAGLIA — Poi in serata (l’alba in Italia), al Montalban Theatre, la squadra al completo è stata protagonista della presentazione mondiale della nuova maglia: i giocatori hanno sfilato sul palco del prestigioso teatro di Los Angeles, star per una notte di un vero e proprio show di impronta hollywoodiana. La nuova maglia nerazzurra è un omaggio anche al centenario del primo scudetto interista. Il design trae ispirazione dalla maglia che venne indossata nella stagione 1965/66, quella dello scudetto della stella e della sua seconda Coppa Intercontinentale. Lo stemma dell’Inter che celebra i 100 anni del primo titolo è racchiuso in un cerchio con i colori della bandiera italiana.

Fonte: gazzetta.it

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