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'Vedo Inter-Barça Santon predestinato'

Marcello Lippi, stimolato dalle domande di Vialli e Rossi, parla di Champions (''Se i nerazzurri battono il image Manchester vanno in finale'') e di azzurro, con particolare riferimento al diciottenne laterale.

ROMA - Marcello Lippi a 360°. Stimolato da Gianluca Vialli e Paolo Rossi, nell'ambito della trasmissione "Attenti a quei due", la rubrica settimanale di Sky, il ct azzurro parla di italiane in Champions League, Nazionale, Del Piero, Ibrahimovic, Santon, il momento della Juve.

LA CHAMPIONS - Si comincia proprio dalla Champions League che Lippi vinse nel '96 alla guida della Juventus, battendo in finale l'Ajax ai rigori. "Il ricordo più vivo non sono i rigori, ma i 120 minuti splendidi - spiega Lippi -. Il ricordo più frequente è l'emozione con la quale i giocatori sono venuti verso di me, volevano battere i rigori. I cinque rigoristi di solito sono prestabiliti, poi, però, ci sono i cambi e le sostituzioni. Anche ai Mondiali mi è successo, tutti sono venuti verso di me. Nell'altra finale di Champions League, quella persa contro il Milan, invece, capii subito che sarebbe andata male". Secondo Lippi la squadra che in Europa ha le stesse caratteristiche della Juventus vincente del '96 è "il Manchester United. Noi giocavamo con tre attaccanti e vedere Rooney che segue il difensore fino alla bandierina, poi cambia posizione e riparte, mi ricorda molto l'atteggiamento di Vialli e Ravanelli". Ma l'Inter agli ottavi dovrà vedersela contro il Manchester United. "Negli occhi dei giocatori dell'Inter e nell'allenatore traspare l'autostima e la convinzione. Sarà una bella partita e sono convinto che passerà l'Inter. Le squadre italiane hanno qualcosa in più delle altre nella gara secca, nel dentro o fuori. Certo, se arrivano con il 60% della forma è un altro discorso...".

IBRA - La stella nerazzurra è Zlatan Ibrahimovic che cerca la consacrazione in Europa. "Lui deve semplicemente fare una grande vittoria a livello internazionale, o con una squadra di club o con la Nazionale - spiega Lippi -. Se vincerà la coppa dei campioni con l'Inter, l'anno prossimo sarà Pallone d'Oro. Lui è considerato uno dei più grandi calciatori del mondo, incute timore. Se non è stato finora in grado di ottenere grandi risultati, non credo sia da imputare alle sue prestazioni. Credo sia uno dei più forti giocatori del mondo". Dall'Inter alla Juventus, in calo nelle ultime partite. "Il problema maggiore è che ha avuto per troppo tempo giocatori infortunati. Un dosaggio di energie adeguato è determinante nella gestione. L'Inter arriva al massimo perché adesso sono tutti partecipi di un progetto, giocano tutti, si sentono tutti importanti. Mourinho può permettersi di fare un turn-over. Adesso anche la Juve ha una disponibilità maggiore". La Roma se la vedrà con l'Arsenal.
"Sono convinto che il passaggio al turno delle tre italiane dipenda solo da noi: se noi ci presentiamo al massimo della condizione psicologica, tecnica, al di là di uno-due infortuni, che hanno anche gli altri, se noi arriviamo al 100% passiamo il turno, anche contro il Manchester". Per lui la finale sarà "tra il Barcellona e la vincente di Manchester-Inter. Il Barcellona non fa calcoli, gioca sempre al massimo''
LA NAZIONALE - Dalla Champions League alla Nazionale. "Ho ufficializzato che avrei lasciato la Nazionale prima del Mondiale, l'abbiamo vinto, l'ho lasciata, poi dopo pochi mesi mi resi conto della cavolata che avevo fatto e, appena si è ripresentata la possibilità di ritornarci, ho dato la mia disponibilità. E stata la mia maniera di ripagare la Federazione, perché mi sono reso conto che andar via dalla Nazionale in quel momento non era una cosa tanto normale". L'amichevole con il Brasile non gli ha permesso di stabilire il nuovo record mondiale di imbattibilità per una Nazionale. "Quella con il Brasile era una partita organizzata da tempo. Noi abbiamo bisogno di incontrare squadre importanti. In questo momento loro sono una squadra motivatissima: giocavano contro i campioni del mondo, giocavano in una cornice fantastica, probabilmente ora sono più forti di noi, ma non è detto che lo siano tra un anno e mezzo". Il suo progetto intanto continua: "devo stare attento a non lasciare perdere troppo presto giocatori straordinari che magari hanno qualche anno in più, ma che hanno una capacità, una tecnica, una saggezza, che prima di rinunciare a questi bisogna stare molto attenti. Nel frattempo bisogna far fare esperienza a chi non ce l'ha, può darsi che giocando contro la Russia o contro la Finlandia, magari fanno una figura diversa.
Due anni fa giocammo contro Olanda e Germania dopo un anno e mezzo di lavoro, questa volta dopo sei mesi, contro il Brasile, quindi ci sta la sconfitta. Due anni fa vincemmo in Olanda con grande autorità e personalità, ma eravamo a un punto diverso della costruzione, con la Germania lo stesso".
IL GRUPPO - "Il motivo più importante - continua Lippi - è che non sono tornato in Nazionale perché voglio vincere un altro Mondiale, certo ci proveremo con tutte le nostre forze, ma il mio obiettivo è quello di ricostruire un gruppo che abbia gli stessi presupposti psicologici che aveva l'altro, di grande compattezza, complicità, voglia". Lippi non esclude nessuno dal suo progetto, ma per quanto riguarda Totti, Lippi spiega: "lui ha detto che abbiamo un rapporto talmente bello, di stima, che se mai glielo chiedessi, è a disposizione. Sia Totti che Nesta hanno preso questa decisione, sono dei professionisti seri, gli è costata tanto, abbiamo visto anche il perché, perché non possono gestire il doppio impegno e perciò bisogna rispettare questa decisione".
IDEA SANTON - "Lo conosco da 14 anni, l'ho allenato per 12. Se continuo a chiamare sempre gli stessi come faccio a vedere gli altri? Se poi, tra un anno e mezzo sarà ancora in splendide condizioni è un altro discorso", quindi Amauri: "è un giocatore brasiliano, quando avrà il passaporto italiano...", quindi il dribbling alla domanda su Cassano. "Ci sono tanti giocatori che stanno facendo bene, come Floccari, Di Vaio. Io li sto seguendo, ma non è che posso chiamarli tutti insieme. Santon è un giocatore che mi piace tantissimo, mi sembra predestinato, mi fa pensare a Maldini giovane. Marchisio, Giovinco, Acquafresca li lascio all'Under 21, perché hanno l'Europeo, li lascio a Casiraghi, poi da giugno in poi avrò anche loro a disposizione. Io a distanza di tre anni e mezzo dal Mondiale non sono ancora sicuro adesso di aver portato i più bravi tecnicamente, ma sono sicuro di aver portato dei fuoriclasse, per la testa e per il saper far parte di un gruppo, di una squadra".

fonte: repubblica.it

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